di Paolo Calderone
Cosa significa smart working?
Smart working significa letteralmente “lavoro agile” e viene utilizzato nel mondo del lavoro per indicare una nuova e moderna modalità di svolgimento della mansione, che non più vincolata ad orari e ad un luogo fisso di lavoro, mette in discussione la visione ormai consolidata dell’ ”andare a lavoro”.
Lo smart working ha dato un grande aiuto alle categorie di lavoratori con problemi nel raggiungere il luogo di lavoro oppure che hanno particolari esigenze di flessibilità oraria per malattia o per motivi personali, ad esempio per i neo- genitori, gli studenti che lavorano, etc.
La definizione di lavoro agile (o smart working) è esplicata nella Legge n. 81/2017; in essa si sottolinea l’importanza della flessibilità organizzativa e dell’uso di strumenti che consentono di lavorare da remoto (es. pc/mac, tablet, smartphone) da casa.
La Legge 81 del 22 maggio 2017, spiega che lo Smart Working è:
“una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa”.
Lo Smart Working introduce, inoltre, un nuovo approccio all’organizzazione del lavoro: sono io responsabile di quello che faccio e devo farlo affinché ci siano risultati nei tempi e nei modi concordati; quindi le parole chiave sono:
· flessibilità
· autonomia
· fiducia
· responsabilizzazione
· collaborazione
· ottimizzazione degli strumenti e delle tecnologie
Per chi non avesse mai utilizzato la modalità di smart working, è possibile effettuare dei corsi online, che spiegano le procedure da attivare e in cosa consiste il lavoro agile.
Questi corsi costituiscono crediti per i lavoratori che li svolgono e sono considerati parte delle 6 ore di aggiornamento quinquennale del corso lavoratori obbligatorio per tutti i dipendenti.
Smart Working e Covid-19
Nello stato attuale di emergenza epidemiologica, lo smart working costituisce una possibilità in più per aziende e per i lavoratori di continuare a portare avanti la propria attività e la propria mansione.
In tutta Italia, infatti, moltissimi lavoratori hanno potuto continuare ad espletare la propria mansione da casa, riducendo molto le possibilità di contagio.
Per aiutare le aziende che fino ad oggi non avevano previsto il lavoro agile per i propri lavoratori, il Ministero del Lavoro, ha reso possibile ricorrere a questa modalità anche senza un accordo preventivo con i dipendenti.
Nell’ambito delle misure adottate dal Governo per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 (coronavirus), il Presidente del Consiglio dei ministri ha emanato il 1° marzo 2020 un nuovo Decreto che interviene anche sulle modalità di accesso allo smart working.
Differenze tra smart working e telelavoro
Ma esiste una differenza tra, “lavoro agile” e “telelavoro”?
La risposta è sì.
Nello smart working il dipendente lavora senza utilizzare una postazione fissa: può essere all’esterno dei locali aziendali o al loro interno. Con lo smart working il lavoratore ha diritto anche alla disconnessione: tra l’azienda e il dipendente devono essere stabilite misure tecniche e organizzative per assicurare la disconnessione del lavoratore dagli strumenti di lavoro.
Nel telelavoro, invece, il dipendente lavora soprattutto da casa e nel contratto può essere specificata la necessità di raggiungere il posto di lavoro tradizionale una volta alla settimana, o in base agli accordi presi.
Direttore di Global Medical Service S.r.l.
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