TRASACCO – La triste vicenda delle residenze per anziani all’interno delle quali, durante l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, si è consumata una tragedia nella tragedia è, ad oggi, sotto gli occhi di tutti ed ha scatenato una bufera giudiziaria volta a capire di chi siano state le responsabilità che hanno portato al contagio e poi alla morte di centinaia di anziani, le persone più fragili che hanno scontato il prezzo più alto della pandemia.
La nostra redazione, in questi mesi, sta portando avanti un’indagine per capire qual è la situazione all’interno delle strutture sanitarie per anziani nella Marsica e oggi avremo modo di parlare della “Residenza per anziani Camoscio” di Trasacco, insieme al gestore Crescenzo Perrozzi.
La Residenza è una struttura privata che ospita, al momento, ventiquattro persone anziane, con un’età media compresa tra gli 80 e i 90 anni, provenienti da diversi paesi della Marsica.
Quando, a seguito della scoperta del paziente uno a Codogno, ci si è resi conto che il virus stava circolando e si era diffuso anche in Italia, “senza aspettare che arrivassero le circolari del Governo ad imporne la chiusura – ci ha raccontato il signor Perrozzi – abbiamo subito provveduto a vietare gli accessi dall’esterno già dal 1° di marzo, proprio per tutelare gli ospiti che si trovano al suo interno da un possibile contagio da Covid-19.
Il passo successivo è stato quello di cercare di approviggionare i dispositivi di protezione individuale necessari agli operatori socio sanitari che lavorano all’interno della struttura, per evitare di trasmettere involontariamente la malattia ad altri. E’ stato davvero molto difficoltoso e per questo ringraziamo la farmacia Marinetti, che a titolo gratuito ha provveduto a donarci mascherine, camici e quant’altro di necessario, e la Protezione Civile.
Abbiamo, inoltre, preparato tutte le nostre operatrici socio sanitarie ai protocolli di sicurezza messi in atto e, devo dire – continua Perrozzi –, che sono state bravissime, poiché oltre alle procedure hanno messo in pratica anche la nostra richiesta di uscire il meno possibile, una volta fuori dal contesto lavorativo, per evitare al minimo situazioni a rischio per un possibile contagio che poi avrebbero portato all’interno della struttura”.
Grazie all’impegno e ai sacrifici messi in atto durante la fase emergenziale i tamponi effettuati a fine aprile dalla Asl, sia al personale della Residenza che ai suoi ospiti, sono risultati tutti negativi.
Anzi, grazie all’isolamento dall’esterno, rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti non si sono registrati neanche casi di febbre, raffreddori o bronchiti tra gli anziani ricoverati.
“Vorremmo ringraziare la farmacia Marinetti – afferma il signor Perrozzi – perché sono stati splendidi con noi, è stato difficile procurare tutti i materiali: dai calzari, ai guanti alle cuffie. E’ stato un periodo molto duro proprio per garantire il diritto alla salute degli ospiti. Il controllo continuo nel seguire le procedure ha dimostrato di essere la protezione per tutti per evitare di contagiarsi. Ringraziamo – conclude – anche le famiglie che hanno rispettato il nostro operato senza assolutamente creare problemi, dimostrandosi contente quando sono arrivati i risultati dei tamponi”.
Gli anziani ospiti, durante il loro isolamento per l’emergenza sanitaria, hanno comunicato con i propri cari attraverso i cellulari e le video chiamate. Ora che le cose vanno meglio Perrozzi ha deciso di riaprire la struttura ai parenti per permettere di far visita ai loro cari, ma sempre con le dovute accortezze.
“Abbiamo riaperto – spiega – ma gli incontri avvengono con un preciso calendario e in uno spazio che si trova sempre all’interno della struttura, ma è separato da essa e le visite non durano più di 30 minuti per paziente. In questo modo evitiamo che i parenti entrino e circolino per la struttura e nelle camere come avveniva prima. Inoltre, per poter colloquiare con i propri congiunti viene a tutti misurata la febbre con il termometro digitale e devono indossare mascherine, guanti, sanificarsi le mani. Speriamo che la situazione si risolva – conclude Perrozzi – ma se il contagio dovesse aumentare di nuovo chiuderemo subito gli ingressi come in passato”.
Le residenze per anziani sono dei veri e propri mondi intrisi di emozioni ma, a volte, anche di molte sofferenze, poiché non sempre gli anziani che vi sono ricoverati vengono trattati con cura, dignità e rispetto.
Ben vengano, quindi, belle realtà come quelle marsicane dove si lavora con spirito di sacrificio per prendersi cura al meglio di quelli che sono i nostri nonni, le nostre radici.