AVEZZANO – In data 2 giugno 2020 si è verificato forse il primo vero incidente documentato, tra un drone e un elicottero, entrambi della Polizia canadese. I due aeromobili stavano effettuando delle operazioni ricognitive nei cieli della Columbia Britannica, quando, per cause ancora in fase di accertamento hanno impattato generando non poco stupore per l’accaduto. Gli aeromobili coinvolti sono un elicottero AS350-B3 e un drone Skyranger R60 avente MTOW (massa al decollo) di circa 2,5 kg. Da una prima ricostruzione sembrerebbe che il drone, effettuando una variazione di quota abbia impattato contro l’elicottero che volava a meno di 90m AGL (Above Ground Level). Non è chiara l’esatta dinamica della collisione, ma il risultato è stata la disintegrazione del drone e danni fortunatamente non importanti all’elicottero. In ogni caso, quest’ultimo, pur non riportando danni catastrofici, ha dovuto abortire la missione di volo per sopraggiunti problemi al rotore principale e al rotore di coda; da precisare che non si sono avute conseguenze per le persone a bordo.
Tale incidente apre, di fatto, la problematica relativa alla condivisione dello spazio aereo tra aeromobili. Infatti con l’ingresso nei cieli dei SAPR (droni), la questione ha raggiunto una soglia importante di attenzione poiché l’utilizzo dei droni comporta una formazione aeronautica che spesso viene sottovalutata per eccesso di arroganza. Non ultimo il fatto che nei cieli della nostra Marsica, sempre più spesso, si vedono APR condotti senza attestato e senza adeguata formazione. Nell’ambito dell’accaduto c’è comunque un dato interessante che va tenuto presente: l’impatto non ha generato danni importanti all’elicottero per cui un APR di 2,5 kg sembrerebbe, per ora, non provocare preoccupazioni agli aeromobili con equipaggio. Resta comunque importante la questione che occorre usare gli APR con adeguata formazione e raziocinio per limitare al minimo la possibilità degli incidenti nei cieli (e anche a terra).