MARSICA – Poteva essere la storia dell’ennesimo cane randagio finito in canile dove avrebbe vissuto, probabilmente, tutta la sua vita nell’anonimato. E invece quella di Zuma, splendido esemplare di pastore abruzzese, è la storia di un bellissimo riscatto in barba alla crudeltà di chi lo aveva abbandonato a se stesso.
Buttato nelle campagne da cucciolo, probabilmente da qualche pastore, Zuma venne in seguito portato nel canile sanitario del comune di Sante Marie. Una delle volontarie che se ne è preso cura è riuscita a trovare per lui una bella famiglia nel Nord Italia, più precisamente a Venezia, verso la quale è partito lo scorso gennaio.
Lì lo stava aspettando un destino diverso. Grazie alla sua adottante, oggi quel cane che nessuno voleva si sta, invece, specializzando per salvare vite umane ottenendo grandi risultati nell’addestramento, come riporta la stessa volontaria.
Una storia a lieto fine per il bel pastore maremmano che, nonostante come razza rappresenti il patrimonio culturale abruzzese, è stato abbandonato proprio nella sua terra da chi non ne ha saputo riconoscere il giusto valore.
Ancora una volta queste creature dimostrano quanto siano migliori degli uomini e la loro grandezza rispetto a chi, invece di amare i loro amici a quattro zampe, con crudeltà continuano ad abbandonarli per strada o nelle campagne destinandoli a morte certa o ad una vita di sofferenze.
I cani da salvataggio sono dei veri e propri angeli custodi a quattro zampe che operano ogni giorno a fianco degli uomini per salvare, o semplicemente per portare un po’ di serenità, a chi ne ha bisogno senza chiedere nulla in cambio se non qualche biscotto o carezza. Esistono, infatti, i cani da soccorso, quelli poliziotto impiegati dalle Forze dell’Ordine ma anche i cani guida per persone cieche, i cani da allarme per diabetici o quelli usati nella pet therapy, il cui affetto riesce ad alleviare il disagio psicofisico di malati, anziani e disabili. Numerosi, infatti, sono i benefici psicologici e comportamentali derivanti dall’interazione, ad esempio, tra i piccoli pazienti autistici e gli animali.
Ma non serve che loro siano dei soccorritori, le dimostrazioni di affetto incondizionato che questi animali hanno nei confronti dell’uomo sono innumerevoli e ci stupiscono sempre: viene da pensare ai tanti “hachiko” che aspettano i loro padroni che non ci sono più anche fino a lasciarsi morire essi stessi. Un legame profondo quello che il nostro migliore amico instaura con noi, ma che l’uomo non sempre ricambia condannandolo, spesse volte, a grandi sofferenze. Per fortuna i più sanno riconoscere l’amore e le emozioni positive che i cani sanno darci quando entrano a far parte delle nostre vite, instaurando reciprocamente un legame forte e durevole nel tempo che non tradiranno mai, fino alla loro morte.