AVEZZANO – Ricorderete sicuramente l’eccezionale avvistamento di una settimana fa, da parte di due Guardaparco, di una femmina di orso marsicano con al seguito ben quattro cuccioli all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Un evento eccezionale che ha suscitato stupore, gioia e tantissimo clamore in quanto, come comunicato dalla stessa direzione del PNALM “è la prima volta che si osserva un’orsa con 4 cuccioli nel territorio del Parco, non avendo nessuna evidenza scientifica che un altro episodio analogo si sia mai verificato in passato”. Ora la sfida che si pone è quella di tutelare e di assicurare un futuro ai cuccioli di questa fantastica mamma orsa.
Ovviamente, non era stata comunicata la località di avvistamento per preservare la sicurezza dei plantigradi e per evitare che venissero disturbati da una folla di curiosi e rincorse alla foto da parte di chiunque, come già accaduto in passato. Neanche a dirlo qualche giorno dopo un cittadino ha, invece, forse ingenuamente, pubblicato sui Social un video che ritraeva la famigliola mentre si allontanava da una fonte dopo essersi dissetata, rendendo ben riconoscibile il luogo dell’avvistamento. Un gesto che ha suscitato indignazione ed ha costretto l’ente Parco ad una nota di richiamo e di invito al senso civico di tutti i cittadini affinché non si rechino sul posto, poiché mamma orsa e i suoi cuccioli non hanno bisogno di un palcoscenico ma solo di tranquillità.
Subito sono scattate tutte le misure volte alla protezione degli orsetti: “Le Istituzioni – si legge nella nota del PNALM – stanno facendo il loro mestiere a cominciare dal Sindaco del territorio dove si trova l’orsa, che ha subito emanato provvedimenti molto stringenti, di cui gli siamo grati anche per la tempestività. Grazie a questa ordinanza vige il divieto di circolazione e transito, anche pedonale, lungo le strade prossime all’area frequentata dagli orsi e la limitazione alla circolazione ai soli residenti su altre strade poste in prossimità dell’area suddetta.
Il rispetto dell’ordinanza è affidato a pattuglie di personale del Servizio di Sorveglianza del Parco o dei Carabinieri Forestali. Bene sarebbe però poter contare su una risposta forte da parte del “cittadino”, un po’ come è accaduto con l’emergenza COVID, in cui gli italiani si sono distinti per l’assoluto rispetto delle disposizioni. Il più grande successo di questo evento – concludono – sarà poter vedere, a primavera 2021, i 4 cuccioli, ormai orsacchiotti, insieme a mamma orsa scorrazzare per i monti del Parco, anche grazie al rispetto che tutti saremo riusciti a manifestare”.
In base a quanto riportato dal WWF, dal 1994 al 2018 il 63% degli orsi bruni è morto per cause legate all’uomo e di questi, il 40% è morto a causa del bracconaggio. E’ fondamentale, dunque, tutelare una sottospecie iconica e rappresentativa del nostro Paese, come quella dell’Orso bruno marsicano, di cui è rimasta una popolazione molto ristretta che conta, purtroppo, solo una cinquantina di esemplari nel PNALM, unico areale della specie.
A tale scopo sono state aperte, proprio in questi giorni, le iscrizioni per i campi a tutela dell’Orso bruno marsicano da parte del WWF Italia, all’interno della campagna per la conservazione della specie. Consapevoli che “per vincere la sfida c’è bisogno dell’aiuto di tutti”, l’Associazione cerca volontari che abbiano a cuore la salvaguardia dell’Orso e siano disponibili a dare un po’ del loro tempo per realizzare azioni pratiche in favore del plantigrado. L’attività avrà la sua base operativa nella Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF “Gole del Sagittario”, ma le azioni verranno messe in campo anche al di fuori dell’area protetta, in particolare lungo i corridoi di collegamento tra Parchi e Riserve di Abruzzo, Lazio e Molise, fondamentali per garantire un futuro all’orso più raro d’Europa.
L’obiettivo è quello di riuscire a raddoppiare entro il 2050 il numero degli esemplari (portandoli a cento) con attività di sensibilizzazione, conservazione e informazione che già dal 2019 sono state messe in campo attraverso incontri pubblici, flash mob, campi di volontariato, distribuzione e montaggio di recinti elettrificati, iniziative di sensibilizzazione rivolte a bambini e adulti, potature e recupero di alberi da frutto, ricerca segni di presenza, pulizia di sottopassi lungo i principali corridoi ecologici, fondamentali per ampliare l’area dell’orso. Tutto ciò è stato reso possibile grazie al lavoro instancabile e alla disponibilità di tanti volontari, che gratuitamente decidono di mettere a disposizione dell’Orso e della natura un po’ del loro tempo.
Nei prossimi giorni, annuncia il WWF, verrà anche lanciato il sito web, insieme alla pagina Facebook, del Progetto LIFE Arcprom, che vede come partner anche il Parco Nazionale della Majella e il WWF Italia che sarà, in particolare, impegnato nelle azioni di comunicazione, sensibilizzazione e mobilitazione dei volontari per migliorare la convivenza tra uomo e Orso.
Tutti possono partecipare alle iniziative e dare un contributo per vincere la sfida della conservazione della specie. Per partecipare alle attività di tutela basta scrivere una mail all’indirizzo del WWF Abruzzo: abruzzo@wwf.it
I volontari saranno registrati in un elenco e contattati in base alle attività consentite nella fase di ripartenza.
La sempre maggiore sensibilità e importanza che l’Italia ha riconosciuto alla salvaguardia dell’ambiente, attraverso un’ampia normativa, ha permesso di custodire un patrimonio naturalistico di inestimabile valore e, grazie alle aree protette, è stato possibile porre in essere progetti ed azioni che hanno permesso di salvaguardare dall’estinzione specie prioritarie, mentre altre sono state reintrodotte con successo sul territorio.
Una politica ambientalista la nostra che, per fortuna, si contrappone a provvedimenti scellerati come quello che sta definendo, in questi giorni, il presidente USA a discapito della fauna selvatica. Con una nuova ordinanza, infatti, l’Amministrazione Trump potrebbe autorizzare i cacciatori, all’interno delle riserve nazionali dell’Alaska , all’uccisione di orsi, lupi, coyote e dei loro cuccioli anche all’interno delle loro tane.
Le nuove misure consentirebbero di usare esche per far uscire gli animali dalle tane, anche durante il periodo di letargo, per poi ucciderli. A fronte di interessi economici, a farne le spese, come sempre, saranno gli animali: sparare anche sui cuccioli potrebbe rappresentare un serio rischio per la sopravvivenza di queste specie.