MARSICA – I PPI di Pescina e Tagliacozzo riapriranno il 16 giugno, a dichiararlo, ai nostri microfoni il consigliere regionale e presidente della commissione sanità, dottore Mario Quaglieri.
“Si riaprirà in quella data perché si sta attingendo personale sanitario e, nello specifico infermieri ed Oss, dal bando di concorso, saranno assunti 7 operatori in lista nella graduatoria per allestire il pre-triage. Per il momento i presidi effettueranno prestazioni h12, cioè dalle 8.00 alle 20.00, perché molti lavoratori sono impegnati nelle zone grigie e nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Avezzano, a fine emergenza i due presidi potranno tornare a pieno regime. La probabile declamata chiusura è da scongiurare, nel piano sanitario regionale è scritto che le strutture esistono e dovranno continuare ad esistere, non c’è nessuna volontà, quindi, da parte della politica e della Asl1 di chiudere ” – afferma Mario Quaglieri, dopo la riunione avvenuta nella serata di ieri tenutosi in Regione alla presenza anche del manager Testa.
In contrapposizione alle dichiarazioni di Quaglieri, arrivano le risposte dei sindaci Vincenzo Giovagnorio (Tagliacozzo) e Stefano Iulianella (Pescina).
In esclusiva ai nostri microfoni, Vincenzo Giovagnorio: “Il dottor Quaglieri ci ha prima detto che si sarebbe riaperto il 5 maggio, poi il 15, ora il 16 giugno perché dovevano assumere personale e fare il pre-triage come formula di filtraggio prima di poter accedere ai PPI. Quindi ci è voluto quasi tutto il mese di maggio per assumere 6 infermieri . Ora si scopre che i 6 infermieri non bastano a coprire i turni per una riapertura h24, ma bastano solo per riaprire h12. Sembra che gli infermieri bastevoli sono nel numero di 17/18, allora con quale criterio si è proceduto ad assumere solo 6 infermieri adducendo come spiegazioni che si stavano esplicando le formule amministrative o burocratiche per l’assunzione di nuovo personale, salvo poi dire, a fine maggio, ne abbiamo assunti pochi che bastano per una ripartenza h12. Quando abbiamo interrotti i servizi erano h24 e quindi si deve riprendere con quegli orari. Se non è presente un medico la notte, che supplisce anche possibili emergenze ai piani soprastanti, quale può essere ad esempio un problema cardiologico, non si può attendere l’arrivo del medico reperibile. In questi tre mesi di emergenza, nell’ospedale, è stato presente un solo medico a mantenere aperto il reparto. Tagliacozzo e Pescina sono punti di primo intervento e che quindi si occupano dei cosidetti codici gialli e verdi e che, tra l’altro, nell’operatività sgravano il problema del sovraffollamento al pronto soccorso di Avezzano, che è sempre congestionato. La politica e la Asl dovrebbero tenerne conto. Noi stiamo chiedendo le briciole, a fronte di una sanità regionale che ha allestito a L’Aquila un ospedale Covid spendendo 7.000.000 di euro. Le risorse ci sono ma non c’è programmazione se non assoluta disorganizzazione e disinteresse. La precedente amministrazione sanitaria nella persona di Silvio Paolucci, aveva stabilito che i due presidi dovessero restare aperti h24. Non giocassero, la popolazione è in subbuglio! Ho accondisceso a tutto, ma ora no, questo scherzo non lo dovevano fare”.
Stefano Iulianella, che ha intrapreso la battaglia dall’inizio dell’emergenza, intervistato dalla nostra redazione, ha ribadito: “Vorrei che tutti i sindaci della Marsica orientale sentissero propria questa battaglia e facessero sentire insieme a me la loro voce nei confronti della Asl e della Regione. Questa non deve essere una battaglia di bandiera, ma una battaglia di difesa e tutela di un presidio che serve tutti indistintamente. Ognuno di noi ha il dovere morale di doverli difendere, a prescindere dalle appartenenze politiche e dalle vicinanze. Noi abbiamo lanciato una provocazione, che vuole essere un segnale forte: quando si spegneranno le luci del PPI, cioè il 16 giugno, quando alle 20.00 invece di rimanere accese si spegneranno, spegneremo anche le luci del paese. Questa decisione viene a seguito di altri proclami che mi lasciano preoccupato a pensare che questa sarà l’inizio di una chiusura o di un ridimensionamento della struttura. Tutte le cose, all’interno dell’ospedale, sono iniziate in questa maniera provvisoria e poi sono diventate definitive. Il fatto che in questi 80 giorni non siano riusciti a incrementare il personale medico, paramedico ed infermieristico, non mi lascia ben sperare a fronte di decisioni prese in altri territori. Se c’è la volontà di fare si trova subito la soluzione, io vedo solo un voler lasciar morire le cose dando la colpa all’epidemia che ci ha colpito. L’azienda sanitaria ha mostrato poca attenzione ed interesse a investire sul territorio, riempiendosi solo la bocca senza, in realtà, provvedere alla ripartenza. Hanno chiuso in base all’emergenza, che tra l’altro era ricollegabile solo a Pescina, ed invece poi hanno bloccato anche Tagliacozzo. Ora non ci sono contagi, ma di fatto non si riparte.”
” In questi mesi ho ascoltato tutto ed il contrario di tutto. Come al solito, ho ricevuto notizie solo attraverso la stampa. I PPI hanno sempre retto perché, durante l’anno hanno gestito le 8.000 prestazioni, ora invece cosa succederà, dato che sicuramente non raggiungeremo il numero? Io e la mia comunità siamo stanchi di prender schiaffi. Mi sento di fare un appello anche alla mia cittadinanza: ora non è il momento di scendere in piazza per protestare, dobbiamo tutelare la nostra salute e sicurezza. Uscire e ritrovarsi insieme è un rischio, non possiamo permetterci di buttare all’aria quanto costruito fino ad adesso. Questo per dire che c’è voglia di farsi sentire ma ora invito alla calma e a restare a casa, arriverà il momento in cui faremo sentire la nostra voce. Ora devo frenare gli animi e rassicurare la mia popolazione”.
Come sempre, restiamo in attesa degli sviluppi sulla vicenda.