AVEZZANO – Disturbare il “Sommo Poeta” per un titolo può apparire quasi blasfemo, però bisogna ammettere che rende l’idea.
Via Parri, una delle strade più ampie della città di Avezzano, è protetta da un lato dai grandi palazzi e, dall’altra, gode di uno spazio verde con alberi e prati che, certamente, nel progetto iniziale, aveva una immagine e un disegno di più ampio respiro.
Prati, alberi: l’invidia di quelle realtà soffocate dal cemento e dallo smog, si trasforma nella gioia e nella serenità di portare i propri piccoli a godere della libertà del gioco.
Nel ricordo dell’infanzia appare all’improvviso l’entusiasmo condiviso con altre bambine di realizzare “importanti” pic nic, nell’ora della merenda, con le bambole, proprio sul prato, lì, davanti casa. Quello spazio vuol dire il piacere di rilassanti passeggiate nel verde, a un passo dalla propria abitazione.
Tutto questo svanisce, come la fluorescenza e la magia di una bolla di sapone. Chi transita oggi da quelle parti, e si spinge fino a via Generale Dalla Chiesa, ed oltre, ha solo lo spettacolo dell’incuria, del degrado, della desolazione come se quelle strade della città fossero marchiate “periferia”. Peccato. Peccato è anche doverne scrivere per attirare l’attenzione. Non dovrebbe esistere abitante del centro o della periferia, ma cittadino di Avezzano, e pertanto, mai dimenticato.