PESCINA – La situazione paradossale sulla riapertura del PPI di Pescina sta iniziando ad avere dell’incredibile. La struttura, chiusa all’inizio dell’emergenza sanitaria, ad oggi è ancora inattiva.
È di un mese fa, e precisamente del 20 aprile, un comunicato inviato alla stampa dal consigliere regionale Simone Angelosante in cui, lo stesso, dichiarava una imminente apertura di un reparto post Covid dedicato alla riabilitazione di coloro che avevano superato l’infezione da coronavirus. Già all’epoca dei fatti, il sindaco di Pescina, Stefano Iulianella, aveva chiesto chiarimenti in merito da parte della Asl1, ma senza ottenere risposte.
Solamente oggi, sono finalmente arrivate due lettere a firma del Direttore Generale della Asl1 Avezzano/L’Aquila/Sulmona, Roberto Testa, datate 19 e 20 maggio.
La prima, riportante all’oggetto “Riabilitazione pazienti guariti da Covid-19 nei presidi sanitari di Pescina e Tagliacozzo. Richiesta documentazione ai sensi del comma 2, art.30, Statuto della Regione Abruzzo, sembrava smentire le dichiarazioni del consigliere regionale Simone Angelosante, in cui si comunicava che “la direzione aziendale non ha adottato nessun provvedimento al riguardo e, pertanto, non può fornire alcuna documentazione in merito e che l’argomento è stato affrontando, ma solo in maniera propositiva”.
Nella seconda, invece, con oggetto “Riabilitazione pazienti guariti da Covid-19 nei Presidi Sanitari di Pescina e Tagliacozzo. Richiesta documentazione ai sensi del comma 2, art. 30, Statuto della Regione Abruzzo. Chiarimenti” e indirizzata al Consigliere Regionale Silvio Paolucci Capogruppo Consiliare PD Consiglio Regionale d’Abruzzo, si legge: “con la missiva in parola non si è inteso in alcun modo smentire quanto asserito dal Consigliere Regionale Simone Angelosante a mezzo stampa e che il mancato utilizzo, ad oggi, dei Presidi Ospedalieri distinti in oggetto per attività comunque riconducibili all’evento pandemico è essenzialmente dovuto al trend epidemiologico, che, come noto, nel territorio della nostra ASL è stato abbastanza contenuto rispetto ad altre aree della Regione e del Paese, tanto da essere gestito nell’ambito dell’Ospedale Covid dell’Azienda ( P.O. San Salvatore dell’Aquila ), senza necessità di utilizzare, al momento, altre strutture. Ciò premesso, si rileva come le fondate ragioni che hanno portato alla decisione di chiudere i PPI di Pescina e Tagliacozzo avevano, e hanno, il carattere della temporaneità e della provvisorietà e siano soggette, indissolubilmente, alla evoluzione della problematica Covid e della situazione di emergenza, che non può dirsi certamente superata e che impone alla nostra Azienda un ulteriore e costante approfondimento valutativo in ordine al migliore e più razionale utilizzo delle Strutture sanitarie presenti sul territorio della ASL”.
La nostra redazione ha raccolto le dichiarazioni e le considerazioni degli esponenti politici coinvolti.
“Dall’inizio della fase2 sta ripartendo tutto, compreso i ristoranti, escluso il nostro PPI. La spiegazione sembra stare nel fatto che manchi personale sanitario, nello specifico infermieri, che potrebbero essere assunti, tramite le agenzie, in poco più di mezza giornata. All’inizio era stato detto che avremmo accolto i pazienti geriatrici, poi un percorso post Covid, ora siamo in attesa delle decisioni del manager della Asl Testa. È allucinante dover constatare una situazione del genere in questi momenti di emergenza sanitaria e non aver ricevuto risposte concrete, la seconda lettera ricevuta dice tutto e non dice niente” – dichiara il sindaco Stefano Iulianella, in esclusiva ai nostri microfoni.
“Il percorso post Covid non è stato attivato perché non ci sono stati pazienti da dover ricoverare data l’incidenza minima di contagi che c’è stata nella nostra. Quando il virus scomparirà in maniera totale e saremo usciti dall’emergenza, si potranno smantellare i pre triage e quindi riaprire i presidi di Tagliacozzo e Pescina” – è quanto dichiarato dal consigliere regionale in quota Lega, Simone Angelosante, che continua – “Il PPI di Pescina sarà riaperto appena ci saranno i presupposti: quindi, quando la curva dei contagi si sarà azzerata. Non abbiamo tempi certi: può darsi che si riapra appena verrà attivato il sistema dei tamponi ad Avezzano, con la possibilità di avere la risposta in mezz’ora. Come è probabile, invece, se dovesse ripartire qualche contagio, resterà tutto così com’ è. Oggi è rischioso riaprire le due strutture. L’ospedale di Tagliacozzo e Pescina torneranno ad essere così come li aveva lasciati Paolucci, i tagli non li ha attuati questo governo regionale, bensì quello precedente. La vera battaglia sarà mantenere i dipartimenti che abbiamo in Marsica, far fare i concorsi per i primari all’ospedale di Avezzano e infine riattivare i presidi di Pescina e Tagliacozzo: lì ci sarà da fare battaglia”.
Non poteva mancare al nostro appello il capogruppo PD Abruzzo, Silvio Paolucci: “Ho provato a scoprire un giochino di ambiguità che a me era chiaro e poi diventato chiarissimo. Per la prima volta nella storia hanno chiuso i punti di primo soccorso di Pescina e Tagliacozzo. Li hanno chiusi per motivazioni che a noi tengono nascoste: a mio avviso c’è una mancanza di personale alla base e denuncio questa situazione cioè che, sull’onda di una emergenza-urgenza, ci fosse un taglio di questa portata e gravità. Loro hanno detto che lo hanno sospeso per queste settimane in ragione di una situazione Covid e, anche, in ragione di una eventuale prospettiva di inserimenti di servizi collegati al Covid. Io chiedo l’immediato ripristino dei punti di primo soccorso di Pescina e Tagliacozzo perché sono necessari per la rete di emergenza-urgenza. Negli altri presidi abruzzesi, quando arriva un paziente covid, cosa succede? Con tutte le risorse che il Governo sta stanziando per l’assunzione di personale, perché ci troviamo in questa situazione? La stessa di settimane fa, tra l’altro. Resta il fatto che i pronto soccorso sono stati chiusi solo nella Marsica e non in tutto il resto della regione. Sono state riaccorpate le due strutture nella sede unica di Avezzano. Io sostengo i sindaci per chiedere la riapertura immediata, poiché le ipotesi sono varie: la prima volta sono stati chiusi per emergenza Covid, poi c’è la considerazione di un post Covid ed infine della mancanza di personale. Allora, in quattordici mesi della loro amministrazione, pur sapendo di una carenza di personale, perché non si è provveduto a sopperire a questa mancanza, tanto da dover prelevare medici ed infermieri da Tagliacozzo e Pescina? Quindi, non hanno fatto altro che raccontare bugie. Perché il bando pubblico esce solo ora per l’assunzione di personale?”.
Il consigliere regionale FdI Mario Quaglieri dichiara: “Il Covid e il post Covid a Pescina non potranno mai esserci, per legge: Pescina è un ospedale territoriale e non per acuti. L’ospedale di Pescina e Tagliacozzo riapriranno perché si sta facendo un avviso pubblico per la ricerca del personale e, l’unico legale rappresentante che può decidere sull’apertura o chiusura di un presidio ospedaliero, a rischio, è il direttore generale. Per non farlo diventare a rischio si devono creare i percorsi pre triage e quindi, occorre più personale infermieristico. Verranno riaperti perché è scritto nel piano sanitario regionale, in quanto sono dei posti che esistono e che continueranno ad esistere. Appena terminato l’avviso pubblico e saranno assunti nuovi infermieri si tornerà a lavorare: la prima cosa è la sicurezza dei lavoratori e degli utenti. In tutta Italia si effettua il ricovero in reparto solo dopo l’esito del tampone negativo, nella nostra regione, in soli due mesi, sono stati aperti quattro centri per effettuare test molecolari. Oltre all’impiego dei macchinari è ovvio che debbano esserci professionisti in grado di poterlo fare, dal niente siamo arrivati a processare 3000 test giornalieri. A breve, arriverà ad Avezzano il laboratorio, c’è già l’autorizzazione regionale e siamo in attesa di quella ministeriale”.
Resta il fatto che, ad oggi, l’unico pronto soccorso attivo in tutta la Marsica, che raccoglie un bacino di utenti di circa 130.000 persone, è quello di Avezzano. La situazione del sovraffollamento è stata ampiamente ed anticipatamente dichiarata, già prima dell’insorgere dell’emergenza sanitaria. La mancanza di personale è sempre stato un dato di fatto. Si ricorda che, in tutta questa bagarre politica, c’è gente che resta in attesa da giorni per l’esito del tampone obbligatorio prima di essere conferita al reparto di appartenenza: ultima una cittadina di Aielli che si trova in barella da 24h. Tra i vari botta e risposta, nel frattempo, si sta giocando con la pelle dei malati.