ABRUZZO – Interesse ha suscitato, nella città di Ovidio, un cartello con su scritto “Per cortesia non gettare mozziconi a terra. Sulmona pulita è più tua”, affisso dal proprietario di una rivendita sul corso principale. Un gesto ambientalista e di civiltà, quello dell’uomo, che porta ad affrontare un discorso più ampio che riguarda proprio il problema dell’inquinamento causato dai mozziconi di sigaretta.
Un gesto automatico, quanto incivile, che viene compiuto distrattamente dalla maggior parte dei fumatori, è quello di gettare il mozzicone di sigaretta a terra o fuori dal finestrino dell’auto. Non si rendono conto che, oltre a deturpare l’ambiente, sia esso urbano o naturale, contribuiscono ad incrementare una delle principali cause di inquinamento al mondo, molto più della plastica.
In Italia vengono fumate ben 72 miliardi di sigarette all’anno, di queste, due terzi finiscono a terra, ovvero vengono dispesi 48 miliardi di mozziconi. La cosa più grave è che ogni singolo mozzicone non solo contiene 4 mila sostanze tossiche altamente cancerogene (tra le quali tabacco, nicotina, ammoniaca, benzene, acetaldeide e formaldeide), ma la maggior parte dei filtri sono prodotti con acetato di cellulosa, un materiale plastico che impiega oltre dieci anni per decomporsi. I filtri, quindi, non sono biodegradabili e una volta gettati a terra vanno a inquinare per decenni terreni, falde acquifere, campi coltivati, laghi, mari, fauna acquatica, insomma, qualsiasi cosa.
In Italia esiste già una normativa entrata in vigore nel 2016 (legge 28 dicembre 2015, n. 221, art. 40): la Legge Green Economy con la quale il mozzicone di sigaretta è stato identificato per la prima volta come un rifiuto. Il provvedimento vieta, inoltre, di gettare mozziconi di sigaretta a terra e prevede una multa che va dai 60 ai 300 euro per i trasgressori: peccato che quasi nessun Comune lo faccia rispettare.
Una particolare sensibilità a questa tematica l’ha mostrata il Tg satirico “Striscia la Notizia” di Antonio Ricci che, dallo scorso 2 dicembre 2019, ha lanciato la campagna “No mozziconi a terra”. Nata dall’idea dell’inviato Max Laudadio, con il supporto di tutti gli altri colleghi, si sta chiedendo a tutti i Sindaci dei Comuni d’Italia di firmare un accordo che li impegni ufficialmente ad applicare la normativa, comunicarla ai cittadini e informare, trimestralmente, i risultati ottenuti. Il primo Sindaco che ha aderito all’iniziativa è stato quello di Varese, Davide Galimberti. Successivamente, dal Nord al Sud, numerosi i sindaci di altri Comuni che si sono accodati.
E mentre il Piemonte risulta essere la regione più virtuosa, con il maggior numero di Comuni che hanno dato la loro adesione alla campagna, per quanto riguarda l’Abruzzo finora non si è dimostrato incline a partecipare all’iniziativa contro i mozziconi di sigaretta.
Risulta, infatti, tra le Regioni che ha aderito con il minor numero di Comuni, in quanto solo in due hanno firmato l’accordo con “Striscia la Notizia”: Fabio Adezio sindaco di Miglianico, comune in provincia di Chieti, e Carlo Masci sindaco della città di Pescara.
Come per la plastica monouso, è arrivato il momento di agire concretamente per l’inquinamento causato dai mozziconi di sigaretta. Ovviamente le soluzioni al problema ci sono. Una, apparentemente semplice, sarebbe quella di realizzare filtri biodegradabili, ma questa operazione si prospetta più difficile del previsto in quanto le industrie del tabacco non hanno alcun interesse a farlo, a meno che non siano costrette. Al di là di questo, molte proposte vengono, invece, sviluppate in diversi Paesi dove vige anche una normativa che riconosce le cicche di sigaretta come materiale riciclabile.
In Canada, ad esempio, dal 2014 è stata avviata una collaborazione con la Terracycle, una società che si occupa di riciclare l’acetato di cellulosa per essere utilizzato nella produzione di pallet industriali e di imballaggi. In Corea del Sud, invece, dai mozziconi di sigaretta viene prodotto un materiale ad alte prestazioni con cui è possibile realizzare elettrodi innovativi per le batterie, impiegabile anche per cellulari e per turbine eoliche. In Australia vengono incapsulati in altri materiali e amalgamati con l’asfalto. E ancora: in Cile una designer vi ricava fibre per realizzare abiti, mentre in Brasile, un locale di San Paolo, trasforma i mozziconi in tavole da surf. Tutti esempi di un corretto smaltimento che, non solo salvaguarda l’ambiente, ma può portare vantaggi economici.
Anche in Europa paesi come Francia e Germania hanno dichiarato guerra ai mozziconi di sigarette. E in Italia? Nel nostro Paese, ad oggi, non c’è una normativa che rende i mozziconi di sigaretta materiale riciclabile. Tuttavia, decine e decine di realtà e di start up promuovono iniziative legate alla sensibilizzazione ed al riciclo dei mozziconi, cercando di renderli riutilizzabili, con i quali si possono fare molte cose.
Qualche esempio: c’è chi ha progettato un sistema per la purificazione dei mozziconi ottenendo un polimero plastico che ne consente l’impiego in svariati settori, mentre altri hanno realizzato persino opere d’arte oppure mattoni sedie e tavoli. Con il loro progetto “Isabelle” quattro ragazzi torinesi hanno brevettato il riutilizzo del mozzicone di sigaretta scomposto, ricavandone cellulosa utilizzabile per l’imbottitura di capi e tessili come, ad esempio, divani e cuscini.
Anche gli atenei universitari si stanno muovendo in questa direzione. Con il progetto dell’università Nicolò Cusano di Roma, dai mozziconi vengono estratte nicotina e cellulosa. Dopo un processo di separazione e purificazione la prima viene riutilizzata per produrre cerotti antifumo, mentre la seconda viene utilizzata nel settore tessile e biomedicale.
Studenti dell’università Bicocca di Milano, in accordo con l’ateneo, hanno sperimentato come utilizzare l’acetato di cellulosa e gli idrocarburi petroliferi presenti nelle cicche. L’acetato di cellulosa diventa, così, materia prima per la creazione di lastre in bioplastica o per la produzione di filtri assorbenti per le perdite di petrolio. Anche molte aziende private, negli ultimi tempi, si stanno muovendo in questo senso. Un’azienda americana, presente anche in Italia, ha presentato la sua campagna all’interno dei propri centri commerciali. I mozziconi di sigaretta vengono raccolti quotidianamente per essere, poi, stoccati in appositi fusti sigillati e trasferiti in un impianto sperimentale per essere trasformati in sostanze riutilizzabili nelle bio raffinerie. Altro esempio è la start up genovese Eco2logic che, attraverso la tecnica della carbonizzazione idrotermale, è in grado di ottenere, dai mozziconi, un carbone destinato al settore delle pitture.
In Abruzzo si è provato a contrastare il fenomeno del gettare nell’ambiente i rifiuti di prodotti da fumo con il progetto Cigaway: sottoscritto a Pescara nell’ottobre del 2016, prevedeva la collaborazione tra Regione Abruzzo, ANCI Abruzzo e la società pubblicitaria Globalgreen, che ha ideato l’iniziativa.
La Regione Abruzzo si sarebbe impegnata nel diffondere politiche ambientali finalizzate alla realizzazione di una gestione integrata dei rifiuti, alla promozione di buone pratiche ambientali ed alla implementazione di azioni che potessero portare al miglioramento della raccolta differenziata.
Nonostante i diversi progetti messi in campo e la legge del 2016 però, in Italia non tutte le amministrazioni comunali si sono applicate per risolvere il problema e non tutti i cittadini fumatori hanno perso la cattiva abitudine di gettare a terra il mozzicone di sigaretta, per cui, ben vengano iniziative come quella del cittadino sulmonese che ricorda l’importanza di tenere pulito l’ambiente, anche a partire dalle cicche di sigaretta.