SCURCOLA MARSICANA – “S’innalzi ad Amor di Dio e della Santa Vergine, un monastero di Cistercensi, dal titolo Santa Maria della Vittoria”. Re Carlo I d’Angiò”
Era il 12 Maggio 1278 nei Piani Palentini presso Scurcola Marsicana, quando il Re Angioino Carlo I d’Angiò, dopo la vittoria contro il Principe Tedesco Corradino di Svevia, nella fatidica Battaglia detta di Tagliacozzo del 23 Agosto 1268, per un voto fatto alla Santa Vergine Maria, fece edificare nelle vicinanze del campo di battaglia, in un pianura paludosa, il cenobio più grande e potente dell’Italia Meridionale: l’Abbazia Cistercense Francese di Santa Maria della Vittoria.
742° anni di storia da quel lontano 12 maggio che ha visto la consacrazione di un cenobio grande, ricco e potente, nato sulle sponde del fiume Salto a confine delle Contee di Tagliacozzo e Celano, oggi nell’area chiamata Cardosa/Muracce. Fatta costruire con le pietre squadrate della vicina e potente colonia romana di Alba Fucens, distrutta dall’esercito Angioino il 24 Agosto 1268 dopo la vittoria nella battaglia di Tagliacozzo, ebbe da subito privilegi regali e diritto di pesca nel lago Fucino, tanto da potersi fregiare dei Pastorali e della Mitra nel suo particolare sigillo abbaziale, e risultare la più grande e potente Abbazia Cistercense Francese dell’Italia Meridionale.
All’Abbazia, nel giorno della sua consacrazione (12 Maggio), fu donata da Re Carlo I, la mirabile statua lignea di Santa Maria della Vittoria con Bambino, icona lignea cava, concessagli dal fratello Re Luigi IX detto il Santo, proveniente da una delle Crociate combattute in Palestina. La Statua, pervenutaci ancora intatta nel suo splendore, oggi è custodita presso il nuovo Santuario a Lei dedicato, posto a ridosso della Rocca Orsini nel Centro Storico della cittadina di Scurcola.
Lo studioso Giovanni Villani, politico e storico medioevale, nel suo Codice Chigi (L.VIII.296), trattato di cronaca in cui racconta i fedeli resoconti storici medioevali avvenuti, scrive della costruzione di una ricca Badia per le Anime Sante morte in Battaglia nel Piano di Tagliacozzo presso la Scurcola.
Le numerose vicende succedutesi: politiche, economiche, naturali (terremoti) e di contesa tra le varie Contee, hanno portato l’Abbazia al suo indebolimento e decadenza, tanto da divenire cava di pietre per la costruzione di importanti chiese quali la Collegiata SS. Trinità di Scurcola Marsicana e la Chiesa di S. Lucia in Magliano dei Marsi, inoltre di abitati e borghi della Marsica.
Dopo varie fasi di passaggi di proprietà da Privati a Comune a Ministero, ci furono degli interventi per riportare alla luce i resti dell’antica Abbazia, a partire dall’anno 1986, grazie all’interesse dell’Università la Sapienza di Roma che attuò la prima ripulitura e il primo rilievo metrico generale, all’anno 2000 con l’apertura dei lavori e di gestione da parte del Centro Studi d’Angiò di Scurcola Marsicana.
Purtroppo, le operazioni vennero interrotte, per vicende burocratiche, riportando l’area ad essere attualmente un piccolo bosco. La ripulitura e la bonifica della zona archeologica sarà ripresa, prossimamente, proprio con un’azione mirata, decisa dal Centro Studi d’Angiò, presidente l’architetto Lorenzo Fallocco.
[su_note]COMUNICATO STAMPA[/su_note]