AVEZZANO – Nei giorni scorsi un 61enne avezzanese si era reso protagonista di un incidente in Piazza Cavour e di un tentato suicidio, minacciando di lanciarsi dal balcone della propria abitazione.
L’uomo sembrava mostrare sintomi e malesseri riconducibili ad una probabile infezione da coronavirus, motivo per il quale avrebbe tentato di togliersi la vita. Trasportato al pronto soccorso cittadino, per gli accertamenti del caso, era stato sottoposto anche al tampone.
Durante gli interventi di soccorso, atti a dissuadere l’avezzanese dal compiere l’insano gesto, gli operatori delle forze dell’oridine erano stati, inevitabilmente a contatto con lui e, seppur dotati di dispositivi disicurezza, si era reso necessario per gli stessi un periodo di allontanamento dal lavoro.
Nello specifico, quattro poliziotti del commissariato di Avezzano erano stati conferiti in congedo straordinario e due carabinieri della compagnia di Avezzano in ferie.
Fino a ieri mattina, quando è arrivato l’esito del tampone risultato essere negativo, sono stati giorni di apprensione per l’uomo, per i poliziotti e carabinieri coinvolti nello spiacevole e preoccupante episodio.
Oggi possiamo raccontare una storia a lieto fine, ma è doveroso ricordare che gli uomini e le donne delle forze dell’ordine sono i primi a combattere contro il nemico invisibile. Sono loro che in questo momento di disperazione e di paura sono in campo 24h su 24 per assicurare la nostra salvaguardia e incolumità.
Molti li onorano, molti altri li chiamano “sbirri” o “guardie”, quando sarebbe solo necessario, invece, ricordare che non più lontano di qualche giorno fa un giovane uomo di soli 37 anni, un padre, un marito, un poliziotto, un servitore dello Stato, non ha fatto ritorno dalla sua famiglia: è stato ucciso durante un inseguimento in macchina da 4 malviventi che avevano appena tentato un furto.