REGIONE – In questo momento in cui i dati dell’epidemia da coronavirus in Abruzzo cominciano ad essere confortanti, è giusto che la politica, intesa nel senso più ampio del termine, si interroghi con serietà e senza infingimenti sul futuro della sanità. Immediato, nel correggere errori dove siano stati compiuti e con le strategie da adottare per affrontare nel migliore dei modi la “fase 2”, in modo da evitare una possibile recrudescenza del virus in autunno, e anche più a lungo termine, per far sì che le decisioni di oggi abbiano una prospettiva certa. E’ per questa ragione che è opportuno che si superino divisioni, interessi politici e di parte. L’Abruzzo deve muoversi in un contesto il più possibile sinergico, preservando l’equità delle scelte e soprattutto il principio, sacrosanto, di garantire il diritto alla salute per tutti i cittadini, nella stessa maniera.
Quanto all’Aquila, per l’immediato c’è la necessità, e siamo in prima linea per questo, anima e corpo, per riuscire a tracciare nel più breve tempo possibile i nuovi casi, in modo da isolarli precocemente ed evitare l’accensione di altri focolai. Per far questo ci sono progetti chiari e immediatamente valutabili. In particolare siamo finalmente pronti al potenziamento delle capacità diagnostiche attraverso l’implementazione dei tamponi che deve crescere continuamente , potenziando il laboratorio ospedaliero come centro di riferimento.
Sarà fondamentale, poi, portare immediatamente a compimento l’iter per realizzare la centrale unica del 118, progetto che ha subito troppi ritardi e che ora deve necessariamente diventare realtà. E’ un’operazione di ampio respiro, destinata a migliorare la condizione di un servizio essenziale, ma soprattutto può candidare il San Salvatore a ruolo di hub regionale.
Anche il completamento del Delta medico (che è a buon punto) è un progetto essenziale affinché l’ospedale possa disporre di un padiglione nuovo, dotato delle migliori tecnologie: oggi per affrontare l’emergenza Covid, domani per essere riconvertito, magari, al Covid-free, a tutte quelle specialità e prestazioni che in questa fase sono state, gioco forza, messe da parte e che al più presto andranno riattivate. Il potenziamento del reparto di terapia intensive, che superi ovviamente la grande funzione che sta avendo il G 8, non può che essere un ulteriore obiettivo per la nostra sanità.
Progetti chiari, concreti, sui quali si lavora in silenzio e che la politica deve contribuire a realizzare, possibilmente in chiave unitaria, senza divisioni e rivendicazioni. Solo così si riuscirà a preservare un altro tesoro del territorio, l’Università, che ha bisogno di strutture di eccellenza e della qualità dei servizi. In questo l’emergenza Covid potrà offrire, pur nella gravità della situazione, anche spunti positivi e prospettive per il futuro.
Alla politica urlata, delle apparizioni e delle sensazioni ho sempre preferito la politica dei fatti . La gestione delle emergenze e la salute sono cose serie.
[su_note]COMUNICATO STAMPA[/su_note]