MARSICA – Ha provocato un vero disappunto il video, girato in web, che mostrava il taglio di alti pioppi lungo una delle strade del Fucino, precisamente sulla Marruviana, nel percorso che da Borgo Ottomila porta a San Benedetto dei Marsi.
“La realtà è che si stava procedendo ad un atto dovuto” dichiara in esclusiva ai nostri microfoni ex presidente del Consorzio di Bonifica Dario Bonaldi “Attualmente commissariato, il Consorzio ha ereditato un contratto di affitto dell’ex ARSSA per alcune pertinenze demaniali e per la fruizione di pioppicoltura, con la Ditta Martellone. Il contratto, scaduto lo scorso anno è stato da me prorogato, e non più prorogabile, ha portato l’azienda boschiva a procedere al taglio degli alberi che hanno più di 15 anni. Comunque, è da tener presente un’altra importante considerazione, per il nuovo codice della strada, quegli alberi non sono assolutamente a norma, perché a ridosso del margine stradale e potrebbero causare danni alla circolazione, in seguito a vento forte, per caduta di rami o dell’intera pianta”.
E’ pur vero che al di là delle motivazioni, vedere tagliare un albero crea un senso di tristezza. Quel filare è divenuto immagine amica per chi in questi quindici anni, transitando per quella strada, ha potuto ammirare, giorno dopo giorno la sua crescita.
Bisogna prima di tutto comprendere che cos’è la pioppicoltura. E’ la coltivazione intensiva del pioppo, a fini economici, ossia per la produzione di legname utilizzato per lavori di falegnameria destinato, inoltre, alle industrie della cellulosa e della carta.
Dopo il taglio, la Regione effettua un bando con una nuova base d’asta. Alta la professionalità riconosciuta al titolare Gino Martellone, a tal punto da dichiarare che meriterebbe la concessione per altri 20 anni. L’azienda boschiva, con oltre 15 dipendenti, ha l’incarico di piantare, coltivare i pioppi, che necessitano di molta cura, per poi effettuare il taglio, la raccolta e la vendita della legna.
Anche lungo la Strada 1 hanno tagliato i pioppi e piantato un arcobaleno di piante di ogni tipo, non certo autoctone. Servirebbe avere una visione ambientalistica e paesaggistica della Piana, conoscerne le regole, per ricostruire le suggestive immagini di quei giganti verdi che incorniciavano le strade del Fucino.