ECONOMIA – L’erogazione del bonus di 600 euro per partite Iva previsto dal decreto legge “Cura Italia” per contere i danni dell’epidemia da coronavirus è stata sospesa perché il decreto legge successivo (il 23/2020, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’8 aprile) modifica i requisiti per ottenerlo, escludendo, in sostanza, le partite Iva che non sono iscritte “in via esclusiva” a una Cassa, come dice l’articolo 34 del decreto.
Il cambiamento di fatto ha bloccato i pagamenti imminenti di parte delle domande di accesso al sussidio, che erano state presentate agli enti dal primo aprile.
C’è anche un altro problema, spiega il Sole 24 Ore: bisogna capire meglio se sia esclusa totalmente la categoria di chi percepisce una pensione o se lo sia solo chi percepisce una pensione diretta, di anzianità, e possa invece accedere al bonus chi riceve una pensione indiretta (come quella di reversibilità). L’Inps ha chiarito per ora che sono compatibili con il bonus le pensioni di invalidità.
Il Sole 24 Ore scrive che “le Casse hanno già ricevuto circa 500mila richieste, ma tra queste ci sono quelle dei professionisti che svolgono anche un’attività da dipendenti, che andranno depennate. In queste ore gli enti si stanno confrontando per decidere come fare, l’idea prevalente è quella di chiedere un’integrazione delle domande. Nel frattempo c’è chi ha bloccato l’invio di ulteriori domande (in teoria possibili fino al 30 aprile), e chi invece ancora le sta raccogliendo. È certo, però, che l’erogazione del bonus, che per alcuni enti doveva cominciare già dal 10 aprile, risulta sospesa”.