L’AQUILA – Il 2 aprile l’assessore regionale al Bilancio e al Personale Guido Quintino Liris, ex vice sindaco dell’Aquila, è tornato ufficialmente al suo lavoro di medico nella Asl provinciale dell’Aquila.
Era dirigente in aspettativa proprio per assolvere il suo ruolo politico istituzionale: secondo quanto si è appreso, è rientrato in servizio con un contratto part time, quindi al 30 per cento dell’orario: una situazione che gli permetterà di svolgere sia l’attività professionale, sia quella politica.
Il 41enne esponente di Fratelli d’Italia ha chiesto ed ottenuto l’autorizzazione dal direttore generale della Asl provinciale dell’Aquila, Roberto Testa. Stando a quanto emerge da fonti vicine all’uomo politico aquilano, la scelta è stata dettata dalla volontà di dare il proprio contributo in un momento molto difficile per il territorio e la comunità colpiti dal covid ed alle prese con una drammatica emergenza sanitaria. L’assessore regionale è specializzato in igiene e prevenzione con studi di management sanitario.
La vicenda però ha sollevato, dall’opposizione, numerose polemiche in Giunta, fino ad approdare in Parlamento e richiedere un’ispezione ministeriale dalla deputata del Pd Stefania Pezzopane.
Veniamo ai fatti:
Il 31 marzo scorso, l’assessore regionale Liris invia una nota al direttore generale della Asl, chiedendo “l’interruzione dell’aspettativa a suo tempo concessa per l’incarico istituzionale” e il contestuale reintegro “nella struttura da te diretta”; Liris sottolinea nella missiva “la non incompatibilità tra l’esercizio della professione di dirigente medico della Asl e il mio ruolo di assessore regionale”, e cita a supporto l’art. 14 D. Lgs 39/2013, la Legge regionale 30 dicembre 2004/ nr. 51, la Sentenza del Consiglio di Stato n. 5583/201, le delibere Anac 58/2013 e 149/14.
Lo stesso giorno, il 31 marzo, il manager della Asl Roberto Testa, con nota protocollata, concede il nulla osta alla riassunzione “con vivo piacere ed entusiasmo, in un momento così particolare di emergenza sanitaria, nel quale – scrive Testa nella nota – la sua esperienza di medico igienista e il suo impegno sociale costituiscono quel connubio e valore aggiunto di cui questa Azienda si potrà avvalere. – concludendo – Vorrà concordare con la U.O.C. Personale le modalità di rientro in servizio e di svolgimento della sua attività, condivisa con lo scrivente pari al 30% del suo debito orario settimanale che, per l’expertice della S.V., vorrà svolgere in staff a questa direzione”.
Con provvedimento del 1° aprile, firmato dal direttore del personale Errico D’Amico, Liris viene riammesso in servizio “con assegnazione in staff alla Direzione generale”, dunque nella struttura dirigenziale del manager, al 30% del monte orario e con trattamento economico spettante nella misura percentuale.
Liris prende regolare servizio il 2 aprile.
Quel giorno, la notizia viene resa pubblica e arriva la presa di posizione del Pd Abruzzo che, con nota firmata dal segretario Michele Fina, dai consiglieri regionali Silvio Paolucci, Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci, Antonio Blasioli e Sandro Mariani e dai parlamentari Stefania Pezzopane e Luciano D’Alfonso denuncia come, in realtà, Liris sia incompatibile per il disposto del d.lgs. 165/2001 obbliga gli eletti in Consiglio regionale all’aspettativa obbligatoria.
Stando agli esponenti di centrosinistra, Liris sarebbe incompatibile nella sua funzione di consigliere regionale che, pur nominato in Giunta, non decade, tant’è vero che, in caso di ritiro delle deleghe, l’assessore tornerebbe sul suo banco all’Emiciclo. Dunque, il Pd chiede le immediate dimissioni, invitando il presidente del Consiglio regionale, in caso contrario, “ad avviare, come è suo obbligo, il procedimento di decadenza del consigliere Liris”.
Il giorno dopo, della presa in servizio nello staff della Direzione generale con orario part time al 30% e compenso economico nella stessa misura percentuale, Liris scrive al manager della Asl: “pur nella consapevolezza che il ruolo di assessore regionale non sia incompatibile con quello di dirigente medico ai sensi dell’art. 3 della Legge Regione Abruzzo n. 51/2004 – riportato nella nota – e che l’art. 68 del D. Lgs 165/2001 stabilisca l’incompatibilità di dirigente medico soltanto con il ruolo di consigliere regionale che, nella Regione Abruzzo, essendo a sua volta incompatibile con quello di assessore regionale, non possa essere ad esso equiparabile anche ai sensi dell’art. 3bis, comma 4, della L. R 51/2004″, l’assessore regionale dichiara di voler considerare la sua prestazione come volontaria, rinunciando “ad ogni corrispettivo di natura economica”.
Lo stesso 3 aprile la direzione generale – con nota invita al Direttore U.O.C. del personale – “nel prendere atto della revoca da parte dello stesso dipendente”, dispone che si provveda a predisporre “in via di autotutela la revoca del provvedimento”che aveva reintegrato in Azienda l’assessore regionale. Con riferimento alla richiesta di Liris di frequentare come medico volontario igienista le strutture aziendali, “ci si riserva di valutare tale ulteriore specifica richiesta”, viene messo nero su bianco. E così, con provvedimento 193 del 3 aprile, Errico D’Amico procede con la revoca “ripristinando gli effetti giuridici ed economici dell’aspettativa”.
Guido Liris si difende e precisa la sua posizione in quattro punti:
Dopo giorni di silenzio, l’assessore regionale con delega al bilancio Guido Quintino Liris torna a parlare, spiegando le ragioni che l’hanno spinto a chiedere il reintregro, seppure part-time, nella Asl locale e chiarendo la natura dell’incarico che andrà a ricoprire.
“Siamo di fronte ad un’epidemia che ha valicato i confini tra Stati e Continenti a tal punto da essere definita dall’organizzazione mondiale della sanità una pandemia. Sono un epidemiologo, c’è molto da fare e quindi ho pensato di rendermi utile interrogando per settimane esperti della Pubblica Amministrazione per individuare un percorso legittimo e corretto, senza alcun guadagno per la mia persona; così, da subito ho chiesto che il mio impegno fosse considerato volontario e gratuito. Pertanto, in questa vicenda anacronistica, nella dolorosa condizione che viviamo, è necessario fare alcune precisazioni, rispondere alle sollecitazioni che nei giorni scorsi mi sono arrivate e fare chiarezza rispetto ad accuse ed illazioni che comunque non scalfiscono la mia moralità e la mia professionalità“- precisa Liris.
“Voglio fare il lavoro che amo, – continua Liris- capisco che per i leoni da tastiera stare a casa tutto il tempo non sia semplice e che, in un momento in cui tutti scappano, non sia facilmente comprensibile una scelta contraria. Ma ci sarà tempo per pensare a questo, non oggi che si sta consumando una catastrofe che va aldilà di ogni barriera, confine o fazione politica, sociale e generazionale”.
Liris, quindi spiega per punti le sue ragioni, partendo da quella che definisce la “prima falsità”, e cioé la sovrapposizione di incarico e stipendi.
“Nell’ipotesi di un mio impegno part-time all’interno della Asl, avrei perso buona parte dell’indennità che ora percepisco in qualità di Assessore. A fine mese, avrei percepito molto meno, ma lo avrei fatto volentieri per una giusta causa. Nessuno sa, però, che per evitare dispute giuridiche che avrebbero sottratto tempo prezioso, tanto all’Azienda quanto alla Regione Abruzzo (pur avendo in mano pareri di giuristi molto qualificati che escludono qualsiasi forma di incompatibilità) ho formalizzato, ben prima dell’inizio delle sinistre polemiche, una dichiarazione con cui garantisco la gratuità delle mie prestazioni professionali. Consiglio di congedare l’intelligence rossa, che troppo spesso si rivela impreparata ed autolesionista”.
Prosegue l’assessore regionale con il secondo punto, sull’accusa; non va in corsia ma svolge attività amministrativa: “Qui siamo all’ignoranza in materia. Un epidemiologo non deve intubare i pazienti in terapia intensiva, ha altri compiti: la mia corsia è l’ospedale, la mia professionalità riguarda la gestione dell’epidemia, del contagio, del rischio, delle misure igienico-sanitarie, della gestione dei posti letto, del personale, degli spazi, dei percorsi sporco/pulito. Sono un medico della Prevenzione che ha alle spalle studi e docenze di management sanitario, sono un medico del Lavoro, che conosce l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale e i documenti di valutazione del rischio. Ricordo che il 20 febbraio scorso, quando in pochi sapevano cosa fosse il Covid-19, sono stato oggetto di attacchi ed ironie perché avevo invitato all’utilizzo delle mascherine all’interno degli spazi regionali affollati. In molti, da allora, mi hanno già chiesto scusa”.
Nel terzo punto, entrando nel merito sull’accusa dell’incompatibilità non sono conciliabili i ruoli di medico e assessore in termini di tempo: “Il mio lavoro da Assessore è sotto gli occhi di tutti, basta verificare la produzione degli atti e la mia presenza, anche fisica, in Regione Abruzzo. Lavorerò in ospedale fuori dalla mia attività di Giunta che non verrà minimamente intaccata, né nella quantità né nella qualità. Non ultimo, è l’aspetto per cui il mio impegno è limitato al periodo dell’emergenza, come si evince chiaramente dalla documentazione in possesso della Asl e di cui qualcuno avrebbe potuto e dovuto prendere visione prima di urlare alla luna”.
Infine, conclude l’assessore regionale, parlando di una “quarta falsità”; questo sarebbe un modo per acquisire ruoli all’interno della ASL. “L’Ospedale è la mia casa, perché lì sono cresciuto professionalmente, ho studiato e lavorato, e dove un giorno vorrò tornare: lì c’è una parte importante della mia storia, di medico e di uomo. Mi occupavo di prevenzione dei tumori e screening sulla popolazione: non c’è nulla di più gratificante nell’evitare il pericolo di una patologia riducendone il rischio. Questo è il compito di epidemiologi, igienisti, medici della prevenzione e del lavoro. Non operano in sala operatoria, ma vedono ed analizzano il pericolo sanitario prima degli altri e sono preparati per prevenire e gestire il rischio. Ecco perché sono determinanti in questa fase, ecco perché i medici di Bergamo lamentano la mancata gestione dell’emergenza lombarda da parte di epidemiologi”.
Non tardano le repliche dei senatori, segreteria e consiglieri PD su caso Liris: “Accuse tutte documentate, si dimetta e chieda scusa”
“Avremmo voluto anche noi che la questione in cui si è “incartato” l’Assessore al Bilancio Guido Liris, e con lui il D.G. ASL Roberto Testa, si esaurisse con eleganza, magari con delle scuse da parte dell’Assessore. Ma, purtroppo, visto il tenore delle risposte da lui rilasciate alla stampa, non è così”, dura la replica del segretario regionale PD Michele Fina, dei senatori PD Luciano D’Alfonso e Stefania Pezzopane e dei consiglieri del gruppo regionale PD Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli e Pierpaolo Pietrucci e il consigliere Sandro Mariani.
“Ci vediamo così costretti a controbattere punto per punto – dicono gli estensori della nota congiunta e illustrano:
Prima bugia: l’Assessore Liris dichiara che sarebbe stata opportuna una richiesta di accesso agli atti, prima di parlare. E infatti l’accesso agli atti è stato regolarmente richiesto, riscontrato dall’Ente e poi da noi letto. E’ con nota del 7 marzo 2020, protocollo 0073402/2020, che la Direzione Generale della ASL1, ottempera alla richiesta, come da oggetto del documento inviato presso la posta istituzionale “Richiesta di accesso agli atti del Gruppo del Partito Democratico della Regione Abruzzo in data 3 Aprile 2020 (acquisita al protocollo n° 0071622/20). Riscontro”.
Seconda bugia: il dottor Liris viene inserito nello staff della Direzione Generale della Asl aquilana. E’ ben noto che la Direzione Generale sia l’ambito manageriale di una Asl in cui si gestiscono appalti, gare, si destinano risorse umane e materiali, oltreché incarichi professionali. E’ anche ben noto che l’Assessore al Bilancio della Regione Abruzzo possa decidere quali e quante spettanze finanziarie destinare alle Asl regionali, di cui al contempo, in questa stortura amministrativa, egli stesso fa parte.
Terza bugia: la Legge Regionale n°3/2020, recante “Disposizioni finanziarie per la redazione del bilancio di previsione finanziaria 2020/2022 della Regione Abruzzo (legge di stabilità regionale)”, è stata impugnata dall’Avvocatura di Stato, che ne decreta alcuni profili di incostituzionalità. In un momento così delicato per la Regione Abruzzo, dunque, in cui viene bocciato il documento finanziario, il suo Assessore al Bilancio decide di incrementare la propria attività amministrativa con un altro incarico, benché in part time al 30%. Se la pandemia necessita dell’aiuto di un medico al 30%, va anche considerata l’ipotesi malaugurata che quel medico, già Assessore al Bilancio, possa ammalarsi e debba lasciare la Giunta regionale, in un momento in cui invece la sua presenza risulta imprescindibile.
Quarta bugia: Dopo un primo momento, in cui il dottor Liris è stato integrato in Direzione Generale Asl1 con un ruolo dirigenziale al 30% e con uno stipendio di pari importo, la nota con cui l’Assessore chiede di svolgere funzioni gratuitamente è stata decisa e inviata successivamente alla reazione delle opposizioni e allo sconcerto dell’opinione pubblica. E non è ancora stata recepita dalla ASL, che dichiara di prendersi del tempo per verificarne la fattibilità.
Quinta bugia: Non è previsto in alcun caso e norma che nella Pubblica Amministrazione si possano rivestire, contemporaneamente, due ruoli pubblici. E’ evidente che né “l’assessore” Liris, né la ASL abbiano comunicato alla Regione Abruzzo la decisione di aver tolto unilateralmente “il dottor” Liris dall’aspettativa, altrimenti la Regione avrebbe risposto che non era possibile procedere.
Troviamo oltremodo scorretto da parte di Liris, continuare a fare leva sulla sua generosità come medico, (che non è in discussione, non essendo questo il punto della questione), piuttosto che chiedere scusa e affermare di aver sbagliato circa quanto ormai è acclarato, vale a dire l’illiceità dell’atto che lo reintegra con funzioni Dirigenziali nella Direzione Generale della ASL1. Tutto è documentato negli atti incontrovertibili che sono depositati presso la Presidenza del Consiglio di Regione Abruzzo e inviati al Presidente della Commissione Vigilanza per conoscenza e azioni previste”.
Fratelli d’Italia non ci sta e a sua volta risponde al PD; Il PD continua a mentire, fieri dell’operato dell’assessore Liris.
Avere davanti il PD che sulla base di falsità costruisce gogne mediatiche per nascondere gli insuccessi, permette di vedere fino a che punto i suoi esponenti sono disposti a continuare la loro sceneggiata, che non rivela altro se non faziosità e bassezza morale. Questa la nota diffusa da Michele Malafoglia – Portavoce FDI L’Aquila, Margherita Paoletti – Portavoce Gioventù Nazionale L’Aquila, Ersilia Lancia, Vito Colonna, Ferdinando Colantoni, Giancarlo Della Pelle, Leonardo Scimia, Tiziana Del Beato (Consiglieri comunali FDI L’Aquila)
Con sullo sfondo l’emergenza coronavirus, aver coinvolto testate nazionali del loro giro oltre la pagina del Partito Democratico, non conferisce alle loro balle basi più solide, anzi fa capire quanto si tratti di una tattica politica spregiudicata a danno della credibilità delle nostre istituzioni, solo perché a guida centrodestra.
Quello che ci preme sottolineare e garantire all’opinione pubblica è l’ottimo operato di Guido Quintino Liris, assessore regionale eletto con Fratelli d’Italia, e per questo vogliamo sottolineare in maniera chiara ed esaustiva i seguenti passaggi sulla vicenda in questione:
1) La reintegra nella Asl non prevede alcun salto di ruolo, tanto meno un aumento di stipendio. Liris è un dirigente medico specializzato in igiene, epidemiologia e sanità pubblica ed è un dipendente dell’azienda. Sono anni che è lì perché vincitore di concorso.
2) E’ possibile svolgere un doppio ruolo nelle pubbliche amministrazioni (come è successo spesso con alti esponenti ed ex esponenti del loro partito) quando non siano in conflitto, mentre non è possibile cumulare gli stipendi, ragione per cui un rientro nella Asl avrebbe comportato una reintegra del 30% dello stipendio da medico di Liris e contestualmente la percezione del suo stipendio da assessore al 70%. Non serve una laurea in matematica per capire che questo avrebbe comportato un guadagno netto inferiore rispetto al 100% dello stipendio da assessore. Possiamo affermare che Liris avrebbe guadagnato molto meno!
3) La Asl ha ritenuto utile e legittima la posizione di Liris, altrimenti non avrebbe concesso alcun tipo di provvedimento.
4) La sospensione del provvedimento c’è stata non perché la ASL l’ha ritenuto illegittimo (l’ente stesso l’ha deliberato in precedenza, sarebbe una contraddizione altrimenti) ma perché l’assessore Liris ha dichiarato in una nota che non voleva vincolare le avvocature e il personale, tanto della ASL quanto della Regione, ad un confronto di cui non c’è bisogno perché devono dedicarsi ad altro in questo momento.
5) Liris è stato uno degli assessori più presenti nell’ultimo mese e mezzo negli uffici di sua competenza, portando avanti tutte le attività inerenti alle sue deleghe, senza far mancare mai il minimo apporto alle esigenze ordinarie e straordinarie. Invitiamo gli esponenti del PD a interrogare il registro della guardiania della Giunta regionale se hanno qualche dubbio. Infine ci preme evidenziare quanto il ruolo di Liris sia ben più ampio: dall’emergenza è in prima linea nel dare una mano all’ospedale, e grazie anche alla sua professione di dirigente medico igienista del lavoro è stato coprotagonista di scelte importanti e strategiche. È sotto gli occhi di tutti l’impegno economico della Regione Abruzzo a beneficio dell’emergenza sanitaria, e quanto queste scelte siano state apprezzate da tutta la componente medica e da tutti gli operatori del settore che, più di chiunque altro, conoscono le reali esigenze della sanità. Evidentemente, lavorare concretamente dà fastidio a quelli del PD, che storicamente ha l’obiettivo di infangare i simboli positivi, ma questa volta gli andrà male.
In conclusione:
Di certo è meritevole che Liris possa offrire, se autorizzato, il suo servizio come medico volontario igienista; tuttavia, non è trascurabile la discussione dell‘effettiva reintegrazione dell’assessore nello staff dirigenziale della Asl con contratto part time al 30% e con retribuzione parametrizzata all’impegno, in effetti, si sarebbe generata più una questione di opportunità, prima ancora di discutere di un eventuale incompatibilità, se è vero che il manager della Asl, Roberto Testa, è stato indicato dalla Giunta regionale e che la Regione è chiamata ad esercitare il dovuto controllo sulle strutture dirigenziali delle Aziende sanitarie locali, di fatto, avrebbe generato una sovrapposizione di ruoli tra controllore e controllato. Se poi, alla luce che Liris è assessore al Bilancio, ed è dunque delegato a stanziare le risorse che le direzioni delle ASL gestiscono, oltre che a vagliarne il bilancio, è evidente che la nomina sia stata alquanto inopportuna.
Alla fine di questa bagarre a colpi di punti e comunicati stampa, resta solo che il provvedimento è stato revocato con buona pace per tutti.