SULMONA – È notizia di solo pochi giorni fa la chiusura imposta, tramite apposita ordinanza, della clinica San Raffaele di Sulmona. Nella struttura risultano esserci circa 40 persone, tra pazienti e operatori sanitari, positive al Covid-19.
A innescare il focolaio di contagi sarebbe stata una paziente di Bergamo.
La casa di cura si occupa solo ed esclusivamente di riabilitazione psicomotoria, pertanto, si tratta di patologie che non rivestono carattere d’ urgenza. Il sindaco di Sulmona, Annamaria Casini, si era opposta, quindi, a ogni forma di nuovo ricovero a seguito della diffusione dell’epidemia e aveva richiesto, più volte, la messa in sicurezza della struttura. Inascoltata.
Oggi, da noi raggiunta telefonicamente, ha dichiarato in esclusiva: “Ho inviato numerose note di corrispondenza ai vertici della clinica, alla Asl, alla Regione e alla Prefettura a dimostrazione della mia volontà e richiesta di un isolamento cautelare preventivo. Sarebbe stato opportuno mappare tutti: pazienti e operatori sanitari, al fine di poter creare uno schema epidemiologico. Gli operatori sanitari, se sono asintomatici, per legge, devono continuare a prestare il proprio servizio, in sicurezza e rispettando tutte le misure di prevenzione. Mi rendo conto che fare tamponi ad una larga scala di persone è difficile, ma ci sono comunque molti modi per fare prevenzione. Dunque, fino a sabato, io non ho potuto fare molto, perchè l’autorità sanitaria preposta, durante un’emergenza nazionale, è la Asl; ma, di fronte all’evidenza formale, e cioè l’impennata che ha motivato la differenziazione della situazione, sono riuscita a fare l’ordinanza di chiusura. I ricoverati restano al momento in isolamento nella clinica. Sono stati effettuati i tamponi a tutti i pazienti, una parte è risultata positiva e un’altra negativa. Sono state create due ali distinte, con percorsi differenziati a seconda dei casi che devono essere trattati. Se dovessero svilupparsi episodi gravi, di pazienti positivi sintomatici, verranno spostati negli ospedali Covid-19 che provvederanno alla cure necessarie o alla predisposizione della terapia intensiva. Quindi, a Sulmona resteranno solo i pazienti positivi che sono in buono stato di salute.
Il personale invece, a questo punto, deve essere messo in isolamento non volontario ma strutturato, con qualcuno che monitori e che ricostruisca tutta la rete di contatto, ragion per cui stanno arrivando altri operatori sanitari per garantire la continuità del servizio. In questa vicenda, la Asl, la Regione e la Prefettura si sarebbero dovute muovere per garantire la prevenzione e la gestione dell’emergenza. Io ho cercato di fare quanto era nelle mie possibilità di autorità locale sanitaria. Ho inoltrato prima una richiesta, sollecitando un cordone di isolamento, poi una diffida ed ora un’ordinanza: le ordinanze vanno rispettate ed eseguite!
Seguirò attentamente la vicenda per la tutela di tutti i cittadini. Io non posso entrare nel merito della gestione della struttura, però devo vigilare. Per cui quel focolaio, che potrebbe interessare la maggior parte della popolazione, deve essere bloccato. È stato accertato che due pazienti Covid-19 sono i genitori di un’infermiera. Questa è la preoccupazione per la quale è importante essere rigorosi nella verifica e nella mappatura dei casi, per evitare un ulteriore propagarsi dell’infezione”.
Il sindaco sta accertando, altresì, la vericidità delle testimonianze dei parenti di alcuni pazienti che, sembra, si trovino in un’area fredda, isolata e senza corrente elettrica. Trattandosi di una clinica di riabilitazione sarebbe ovvio e scontato dire che le persone ricoverate non sono autosufficienti, quindi, logico e opportuno fare chiarezza al più presto su questa situazione. È arrivato il momento che, chi di dovere, si assuma le proprie responsabilità.
Ricordiamo che nella clinica si trovano ricoverate, dal mese di gennaio, tre persone di Celano risultate positive al tampone. La notizia ufficiale è stata data, nei giorni scorsi, dal sindaco Settimio Santilli che, nel contesto, ha rassicurato dell’attuale buono stato di salute dei tre concittadini.