AVEZZANO – Fissata al 26 maggio 2020 l’udienza preliminare davanti il nuovo Gup del Tribunale di Avezzano Dr. Cervellino Mario su richiesta del P.M. Andrea Padalino Morichini, per i sei imputati Francesco Ciciotti, Corrado Di Giacomo, Francesca Stati, Concezio Fantozzi, Mattia Coviello e Annalisa De Meis indagati per i fatti che coinvolsero il Comune di Capistrello, con una operazione dei Carabinieri della Compagnia di Tagliacozzo, denominata “Caput Castrorum” e culminata con un’ordinanza di misura cautelare, emessa dal Gip dott.ssa Maria Proia.
Fece clamore l’arresto domiciliare del Sindaco Francesco Ciciotti, e con lui dell’ex consigliere comunale Corrado Di Giacomo (dimessosi da tempo dalla sua carica) e del responsabile dell’ufficio tecnico ing. Romeo Di Felice.
Altre persone coinvolte, vennero sospese dall’esercizio dell’attività professionale, inizialmente per un anno, termine poi ridotto ad un paio di mesi. Le accuse inizialmente mosse erano a vario titolo, ovvero per: concussione, corruzione, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, truffa aggravata e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
Ben 14, poi saliti a 17, erano gli indagati nell’inchiesta su appalti e affidamenti fatti dal Comune in relazione ad alcuni rapporti molto stretti tra gli amministratori ed i tecnici nonché i rappresentanti delle cooperative coinvolte.
Da ultimo, il Gip Anna Carla Mastelli su richiesta del P.m. Dr. Andrea Padalino Morichini ha disposto “l’archiviazione della notizia di reato e la restituzione degli atti al Pm”, per determinati reati contestati, ad 11 degli indagati nell’inchiesta che vide coinvolto il Comune di Capistrello e più precisamente: Romeo Di Felice, Alfredo Benedetti, Antonio Basilico, Francesco Ruscitti, Maurizio Moscato, Franco Spadafora, Francesco Vaccaro, Renza Di Domenico, Luca Persia, Danilo Santirocco, Angela Polliccelli, Ivan Di Felice. In sintesi, si è giunti all’archiviazione, dopo la verifica che non era stato commesso alcun reato di quelli presuntivamente oggetto di accertamento da parte della P.G. operante.
Dopo detta “scrematura,” si sono ridotti a sei le persone indagate, con i capi di imputazione che vanno dalla corruzione in concorso per il primo cittadino di Capistrello, nonché per i reati di turbativa d’asta, turbata libertà degli incanti, concussione, etc. anche per gli altri rimanenti indagati. Ad oggi si riscontra essere decaduta l’accusa per l’ing. Romeo Di Felice, che aveva subìto circa 32 giorni di arresti domiciliari, persona che appare ora invece quale persona offesa del reato, all’unisono con un suo accusatore Dario Bucci, entrambi colleghi dell’ufficio tecnico. Romeo Di Felice era stato accusato del reato in concorso con il sindaco Francesco Ciciotti e Corrado Di Giacomo. Ciò che appare ora difficile da comprendere è come mai, per il medesimo reato, per Francesco Ciciotti e l’ing. Di Giacomo vi è stata la richiesta di rinvio a giudizio e per questi no. Dunque, se i tre insieme hanno o meglio avrebbero commesso un reato, e se questo reato è stato ritenuto insussistente per uno di loro, automaticamente dovrebbe decadere anche per gli altri due?
Tutta l’indagine pare condotta in modo davvero “particolare”, se si analizza anche la contestazione elevata a Corrado Di Giacomo nella sua qualità di amministratore, ovvero quello di aver indotto Dario Bucci a dare incarichi ai tecnici Miriam Maiolino, Maurizio Moscato e Franco Spadafora, tecnici di Roma che risultano essere stati prosciolti in corso di istruttoria, avendo dimostrato di aver presentato semplicemente il loro curriculum, e ricevuto l’incarico direttamente dal funzionario Dario Bucci senza la minima partecipazione di Di Giacomo. Lecito è domandarsi, di come fanno a rimanere in piedi le accuse contro Francesco Ciciotti e Corrado Di Giacomo? Altro aspetto da analizzare sarà come mai si contesta due ipotesi di turbative d’asta poste ai danni della pubblica amministrazione che dovrebbe essere, quindi, parte offesa del reato. Ed allora ci si domanda del perché il Comune non riveste tale ruolo, non essendo stato individuato neanche come persona offesa per i suddetti reati?
Ancor più inquietante è il capo d’accusa elevato alla giornalista Annalisa De Meis che cita “in concorso fra loro, Ciciotti Francesco, quale sindaco presso il Comune di Capistrello, per compiere atti contrari ai doveri d’ufficio, ovvero far affidare l’incarico di addetto stampa del citato ente locale a De Meis Annalisa previa revoca alla testata giornalistica www.marsicanews.it , si faceva promettere e quindi fornire da quest’ultima la redazione sulle testate ove la stessa scriveva di articoli di stampa favorevoli a lui e alla giunta comunale di Capistrello.”
Precisazione: la testata giornalistica è www.marsicanews.com e non www.marsicanews.it .
A rigor di logica non è concepibile che nel 2020 ancora non si conoscano le funzioni dell’incarico professionale giornalistico di addetto stampa. Per mero dovere di informazione:
“Il 10 novembre 2011 il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei giornalisti ha approvato La Carta dei doveri dei giornalisti degli Uffici stampa. Nel documento ufficiale si definisce come attività di Ufficio Stampa: “una funzione d’informazione prettamente giornalistica, in quanto diffonde notizie per conto di aziende, organismi, enti privati o pubblici. Sono perciò esclusi dall’ attività di Ufficio Stampa differenti aspetti della comunicazione, come relazioni pubbliche, relazioni con i cittadini, marketing e pubblicità. L’addetto stampa è il professionista che gestisce le relazioni con la stampa e con i media per conto della società che rappresenta: un’impresa, un’istituzione, un ente locale, un partito politico, un personaggio famoso, un’organizzazione no profit. È la figura principale all’interno dell’ufficio stampa. Chi lavora come addetto stampa nella Pubblica Amministrazione, si occupa della comunicazione istituzionale relativa alle attività e ai provvedimenti emanati. Rientrano tra i compiti dell’addetto stampa: scrivere comunicati stampa chiari, brevi ed efficaci, e altri contenuti di interesse per media di settore, allo scopo di trasmettere un’immagine positiva della propria azienda o dei clienti. Diffondere i comunicati e il materiale informativo e promozionale, colloquiare con i giornalisti, mantenere i rapporti con i mezzi di comunicazione e monitorare sistematicamente la visibilità dell’azienda o del cliente sui media con la rassegna stampa, etc. etc. etc.
Per concludere, qualora ancora non fosse chiaro, era dovere professionale della dottoressa Annalisa De Meis trasmettere articoli di stampa favorevoli al primo cittadino di Capistrello e alla sua giunta comunale. Non si tratta di esclusiva solidarietà professionale, ma di obiettiva, imprescindibile, unica verità. Da ricordare che il compenso professionale era stato pattuito nella cifra di 2,500.00 euro annui, poco più di 200,00 euro mensili.
Allora, come si può, sul nulla, costruire un capo di accusa? Come si può credere nel percorso della giustizia? La dea non è bendata in quanto profeta di uguaglianza davanti alla legge, ma cieca nella lettura di essa.
Al collegio difensivo composto dagli Avvocati Roberto Verdecchia, Antonio Milo, Franco Colucci, Andrea Tinarelli, Luigi De Meis, Nicola Grasso, Virginia Buonavolontà e Moreno Di Cintio è affidato l’arduo compito, ma non improbabile di far comprendere al Giudice di turno l’innocenza dei loro assistiti.