AVEZZANO – Italia 2020. Il Paese è in stato di emergenza sanitaria dovuta alla diffusione di un nuovo tipo di virus chiamato Covid-19. In tutto il territorio è stato posto il blocco delle attività lavorative non essenziali allo scopo di contenere il contagio e limitare le vittime. A farne le spese, oltre al sistema sociale, è stato il sistema lavorativo che, rallentando, ha provocato notevoli disguidi economici e logistici; non ultimo, il settore dei droni che, come ben sappiamo, è in notevole espansione ma ancora povero di letteratura, casistica operativa e giurisprudenza. Il problema principale che si è venuto a creare, quindi, è il seguente: è possibile lavorare con i droni in stato di Emergenza Nazionale?
Diciamo subito che il problema si è posto per due fondamentali motivi: il primo è la “giovinezza” di questo nuovo settore lavorativo e il secondo è l’eccezionalità dell’emergenza in corso, che non ha precedenti nella storia contemporanea. Incastrare questi due aspetti da parte di Enac e del Governo non è stato semplice. Per farla breve, il Governo, dichiarando lo stato emergenza, ha di fatto bloccato tutte le attività aeree non necessarie, ad eccezione degli aeromobili di Stato e quelli equiparati. Il nodo da sciogliere, quindi, è se i droni rappresentino uno strumento professionale necessario o meno. Nei decreti emanati dal Governo sono elencate le attività produttive necessarie al Paese. Ora, dato che il Lavoro dei SAPR non è ancora pienamente riconosciuto “in mancanza di una esplicita previsione di questa categoria professionale e questo lavoro, l’attività con i SAPR durante l’emergenza coronavirus, in sintesi, è lecita, se rientra nell’ambito di una attività che è di per sé autorizzata” afferma il dott. Di Marino, Giurista del M.I. e specialista aeronautico della P.S. in una intervista a DroneZine. Viene da sé che, il tutto deve essere compatibile con le normativa Enac e le misure di contenimento del contagio.
Qualora, quindi, si presentasse una situazione non rinviabile dovuta a qualsivoglia necessità o urgenza, risulta lecito l’utilizzo dei droni quale strumento di mitigazione della situazione in corso: cantieri (se operativi), ispezioni e sorveglianza (se richiesti da P.A.), informazione e comunicazione (drone journalism) e in tutte quelle applicazioni dove il drone favorisce il distanziamento interpersonale; in altre parole, portare gli occhi dove i piedi non arrivano.
In ultima nota, le attività di tipo ricreativo non sono consentite in quanto in pieno contrasto con le misure anti-contagio del Governo.
In questo clima di emergenza, quindi, la raccomandazione principale è sempre la stessa: rimanere in casa ed uscire con i “volatili” solo per estreme necessità lavorative o se richiesto da P.A..