MARSICA – Oggi stiamo vivendo una grande emergenza; pertanto abbiamo bisogno di concretezza, senso di responsabilità e giudizio, perché non abbiamo più tempo. Sappiamo che sono poche le strutture adatte a effettuare i tamponi, sopraffatte dalla grande mole di lavoro di questi giorni, un test complesso, che impiega anche alcune ore per l’esito. La nostra Regione ha tante risorse, professionalità ed è di qualche giorno fa l’autorizzazione concessa all’Istituto Zooprofilattico in Abruzzo per effettuare i tamponi ai sospetti positivi; ad Avezzano esiste una struttura tecnologicamente avanzata con personale di comprovata capacità, il CRUA (Consorzio di Ricerca Unico d’Abruzzo), che potrebbe partecipare per ridurre questo grande volume di lavoro e contribuire a salvare vite umane. Mentre, a livello internazionale, si va sempre più affermando l’economia della conoscenza. Sarebbe un errore imperdonabile rinunciare a centri di ricerca, che rappresentano un patrimonio culturale della Regione Abruzzo. La mancata disponibilità dei finanziamenti regionali rischia di compromettere definitivamente la prosecuzione dell’ attività di ricerca applicata, svolta in questi anni, che ha permesso al CRUA (ex CRAB) di raggiungere significativi risultati sia sul piano scientifico sia su quello delle ricadute industriali sul territorio regionale. Il Presidente della Regione Veneto Zaia vorrebbe fare i tamponi a tutti; la Marsica, invece, ha le strutture, ma sono inutilizzate. Se si vuole davvero rilanciare il CRUA, ricordo l’idea dell’istituzione di un Corso di laurea in Biotecnologie ad indirizzo agro – alimentare; una collaborazione tra Ateneo e Consorzio di Ricerca Unico d’Abruzzo potrebbe portare a buoni risultati. Infatti, l’ex Presidente del Consiglio Regionale, Arch. Giuseppe Di Pangrazio, suggerì, in passato, all’ex Rettore dell’Università degli Studi di Teramo, prof. Luciano D’Amico, ed al Pro Rettore di allora, prof. Dino Mastrocola, Rettore attuale, che sarebbe stata auspicabile l’istituzione di un Corso di laurea in Biotecnologie ad indirizzo agro – alimentare da situare nei locali dell’ex CRAB. Intanto, mentre altre regioni italiane investono sull’economia della conoscenza, creando nuove strutture di ricerca, la nostra Regione decide di lasciar morire l’ex CRAB da sempre considerato un fiore all’occhiello del territorio, disperdendo un patrimonio di conoscenze e professionalità scientifiche.La politica dei tagli, messa in atto negli ultimi decenni , specialmente per quanto riguarda la sanità, sta cogliendo di sorpresa gli operatori del settore, che pur fanno in maniera splendida il loro servizio, rischiando anche la propria vita, in strutture talvolta insufficienti a dare risposte immediate a tutti i malati nel proprio territorio, al sopraggiungere di contagi insidiosi per le nostre Comunità, come il COVID 19, che rischiano malauguratamente di aumentare a dismisura. Aurelio Cambise
[su_note]COMUNICATO STAMPA[/su_note]