AVEZZANO – Mentre ci troviamo di fronte a un’escalation di casi di contagio, l’Asl1 ancora non riesce ad attivare il servizio dello smart working.
Il primo Decreto Legislativo Coronavirus 9/2020 impone l’obbligo, per la pubblica amministrazione, di mettere a disposizione del dipendente l’utilizzo del servizio per favorire il lavoro a distanza.
È inutile affermare e dire che, in un momento così particolare che l’Italia sta vivendo, è necessario che tutte le aziende si adeguino a questo nuovo modo di lavorare per tutelare gli operatori pubblici, che si ritrovano a contatto con gli utenti e di conseguenza gli utenti stessi. La nostra azienda sanitaria, però, non riuscirà a risolvere, in tempi rapidi, la problematica e quindi la messa in opera del servizio, in quanto dotata di dispositivi informatici obsoleti.
Nella fattispecie della Asl1, abbiamo avuto modo di acclarare, più volte, che non sono disponibili i famosi DPI (Dispositivi Protezione Individuale). Per questo motivo, l’unica soluzione, secondo l’Azienda, per poter fronteggiare l’emergenza da contagio, è quella di disporre delle cosiddette “ferie d’ufficio”.
Andando avanti nel tempo, se non avverrà la stabilizzazione dei dipendenti, ci sarà sicuramente carenza sia del personale diretto sia di quello assunto tramite cooperativa. Il rischio di rimanere scoperti arriva anche dalla notizia che molti sono i medici, e gli infermieri, che preferiscono non rispondere alla richiesta urgente di assunzione, proprio in virtù del fatto che i contratti, a loro sottoposti, sono a tempo determinato e, quindi, al finire dell’emergenza andranno a decadere. Non ultima la preoccupazione fondata di una totale mancanza di protezione sanitaria non essendoci i DPI, con un alto rischio di infezione.
Sembra poco adeguato, inoltre, avere un solo punto per il trasferimento dei pazienti risultati positivi al contagio: l’ospedale San Salvatore di L’Aquila dove, a breve, dovrebbero arrivare 6 barelle di biocontenimento.
E la Marsica? La Marsica, con un bacino di utenti che si aggira intorno alle 132.000 persone resta fuori, in attesa che arrivino tempi migliori.