CELANO – Un convegno praticamente deserto quello organizzato dalla società Biometano Energy, per sabato 29 febbraio presso l’auditorium “Fermi” di Celano, con l’intento di illustrare ai cittadini fucensi le caratteristiche dell’impianto a biogas, approvato dalla Regione Abruzzo lo scorso 10 febbraio.
Come preannunciato, l’assemblea pubblica è stata disertata sia dai sindaci dei Comuni interessati per la costruzione della centrale, ovvero di Collarmele, Pescina e San Benedetto dei Marsi, sia dai rappresentanti del Comitato Insieme per la tutela e la salute del territorio, di Confagricoltura, di Legambiente ed anche della Regione.
L’incontro è stato moderato da Sergio Ferraris, giornalista e direttore della rivista “QualEnergia”, alla presenza del dott. Claudio Peraino, della Biometano Energy, e di relatori esperti del settore che hanno illustrato il progetto ed il punto di vista della società triestina.
L’impianto a biogas attraverso un processo di fermentazione controllata, in modalità anaerobica, di una quantità di 113mila tonnellate di sottoprodotti agricoli produrrebbe sia il biometano sia il cosiddetto digestato, ovvero il prodotto di risulta della produzione di gas metano. Quest’ultimo verrebbe sversato nei terreni agricoli come fertilizzante, facendo risparmiare agli agricoltori, che hanno sottoscritto i contratti per la fornitura, somme significative per l’annuale concimazione.
Tuttavia molteplici sono gli aspetti che vengono contestati alla società di Trieste. Il primo riguarda proprio il quantitativo di prodotti agricoli, necessari ad alimentare questo impianto, che la Piana del Fucino non sarebbe in grado di soddisfare. Non sarebbe chiaro chi provvederebbe alla fornitura del sottoprodotto agricolo mancante.
Un secondo punto riguarda il piano energetico che dovrebbe garantire un saldo positivo, ma secondo le stime effettuate dagli esperti di settore dei rappresentanti territoriali l’impianto non risulterebbe conveniente da questo punto di vista.
Una terza problematica riguarda, poi, proprio il digestato, in quanto non è chiaro chi ne autorizza lo sversamento e in quali terreni.
“Noi rimaniamo fermi sulle nostre posizioni – fa sapere il Comitato Insieme per la tutela e la salute del territorio – . La scelta della location, fuori dai Comuni interessati dall’impianto, ha decretato il fallimento del confronto con i cittadini. A nostro avviso questo convegno è stato un flop clamoroso, perché non erano presenti le parti interessate e non c’è stato contraddittorio”.
Continua, intanto, la protesta di Gianmarco De Vincentis che, seguendo preoccupato gli sviluppi per la costruzione della centrale a biometano, ha deciso di interrompere le sue cure oncologiche “fino a quando la dirigente Flacco non verrà nella Marsica”. Un grido disperato, il suo, a tutela del territorio e dell’agricoltura fucense.