OVINDOLI – Pioniere dello snowboard in Italia, Massimo di Ponzio è da anni conosciuto in tutto il centro Italia. In questa intervista ci racconta, sinteticamente, le tappe più importanti della sua vita da sportivo.
Sei stato il pioniere di questo sport in Italia. Ci racconti il tuo primo contatto con lo snowboard? Dove lo hai provato per la prima volta, e quali sono state le sensazioni che hai avuto?
“Il mio primo incontro con lo snowboard è avvenuto nel mondo del freestyle sci durante le gare internazionali dove alcuni atleti americani portavano con loro le prime tavole.”
Cosa ha rappresentato e cosa rappresenta per te, ora, questo sport?
“Ha rappresentato la realizzazione di un mio grande sogno.”
Quando al mattino indossi la “tavola” senti che qualcosa è cambiato rispetto a quando avevi qualche anno in meno? Oppure hai le stesse sensazioni dell’inizio?
“Fondamentalmente le sensazioni sono sempre forti! Mi emoziono ancora nel provare la neve a primo mattino; esattamente come primo giorno”
Ci racconti un fatto breve e inedito della tua vita di snowboardista?
“Sono stato spesso ostacolato nel praticare questo sport in quanto alla mia epoca non era legale sulle piste.”
Hai partecipato anche alla Coppa del Mondo, risultato?
“Partecipai nel 1988 ed ero già grande! Avevo 29 anni e mi recai in varie località delle Alpi. Riuscii a essere nei migliori 20/30 al mondo. Mi è rimasto tanto, perché ho avuto la possibilità di correre con le leggende mondiali dello snowboard come Terry Kidwell, Craig Kelly, Shaun Palmer, Burt Lamar e tanti altri”.
Per la tua scuola e per te passano centinaia e centinaia di allievi giovanissimi, e non, ad ogni stagione invernale. Tu ritieni che per praticare ad alto livello questo sport ci debba essere una naturale inclinazione? Oppure chiunque potrebbe raggiungere un livello discreto con buona volontà e dedizione?
“Sicuramente ci vuole volontà e dedizione, ma è fondamentale avere le giuste doti e qualità.”
Tu credi che si possa imparare da autodidatta?
“Nessuno ci impedisce di essere autodidatti, ma i tempi di apprendimento e i rischi cambiano. Il consiglio è sempre di andare, almeno all’inizio, con un professionista.”
Molte persone rinunciano in partenza a provare lo snowboard, ritenendo, erroneamente, lo sci più semplice da apprendere, intimorite dalle prime inevitabili cadute e dal fatto che si hanno entrambe le gambe ancorate agli attacchi. Cosa puoi dirci in proposito?
“Alcuni rinunciano a provare perché ritengono lo sci più semplice. Questo alla fine è solo un pregiudizio! Sicuramente in prima fase avere i piedi legati e senza l’aiuto dei bastoncini può sembrare arduo ma se ben seguiti tutto cambia.”
Perché consiglieresti il tuo sport?
“Perché è uno sport di scivolamento su un elemento magico … la neve!”
Tua figlia Dafne è una giovanissima e promettente maestra di sci. Non sei riuscito a convincerla? “Non è proprio così, in quanto ogni tanto riesce a praticare lo snowboard, ma indubbiamente il suo grande amore è lo sci.”
Ti definisci un hipster e al tempo stesso un “lupo”, in cerca di sè tramite l’introspezione e la solitudine. La musica jazz ti ha aiutato in questo percorso?
“Più che un hipster mi sento un neo hippy, spesso in fuga dalle convenzioni e la musica sicuramente ha avuto sempre un ruolo fondamentale nella mia vita.”
Appunto, sei anche un grande musicista.
“Fin da bambino ho amato la musica e mi sono appassionato al mio primo strumento, la chitarra. Poi folgorato dalla musica di Jhon Coltrane iniziai a suonare il sax soprano e non riuscii più a smettere.”
Del tuo paese, Ovindoli, cosa ci dici?
“Ovindoli è un luogo incantevole dove la natura e lo sport la fanno da padroni.”
Ci lasci con un messaggio?
“Un messaggio per concludere? E’ davvero una sensazione magica, un po’ iniziatica, planare sulla neve che sia uno sci o uno snowboard … ma prima l’uomo e il rispetto della natura e della montagna”!