SAN BENEDETTO DEI MARSI – E’ il grido disperato di chi ama e rispetta il proprio territorio, sopra ogni cosa.
“Non c’è un’altra possibilità – dichiara ai nostri microfoni Giammarco De Vincentis– Pure se sono rimasto assente dalla vita sociale per i miei problemi di salute, ho seguito con apprensione gli sviluppi del progetto dell’impianto biometano. Sono socio della P.O.A. Marsica -Produttori Ortofrutticoli Associati- Ognuno di noi gestisce i propri terreni e conosce i sacrifici per portare avanti il lavoro. All’epoca quando ho capito che le cose non venivano fatte come si deve, ho scritto una mail alla dottoressa Flacco. Io ho chiuso la mia azienda agricola, che dava lavoro a 40 persone, anche perché a due passi doveva nascere questo impianto. Sono 20 anni che combatto con la mia malattia, avrei anche potuto continuare per altri anni il lavoro, ma mi sono reso conto che non vale la pena fare tutto questo e poi ti mettono un altro impianto a due passi. Ma lo sa che la nostra zona è quella ha il più alto rischio di mortalità di cancro, San Benedetto e Pescina, ci sarà un motivo non pensa?”
E’ un fiume in piena Giammarco, una conoscenza immensa e approfondita di violenze effettuate sul territorio, soprattutto burocratiche e di carteggi non corretti, che durano da anni nonostante i suoi problemi personali, non ultimi gli interventi al cuore, a lui non è venuta meno la forza di combattere contro quello “status” indifferente all’insorgere di un intero territorio.
“Io voglio parlare con loro, voglio che mi ascoltino. Oggi viene il presidente Marsilio ad Aielli, a lui mi rivolgo, possibile che in tutto questo tempo non abbia saputo niente? E oggi viene a parlare della Marsica, delle aree interne, le opportunità e i bisogni? Io ho fatto questa scelta e non mi tiro indietro, sospenderò la cura finché non incontrerò la Flacco e non mi venga detto come si è proceduto alle autorizzazioni. La lotta deve essere improntata soprattutto sulla illegalità dei tanti documenti. Noi siamo niente e domani saremo meno che niente.”
Un incontro programmato in terra neutra, come può essere Celano, sottolinea ancora di più l’allontanamento ideologico della Biometano Energy dalla popolazione.
Possibile che si debba arrivare ad un’ azione del genere per essere ascoltati da coloro che acquisiscono il potere grazie esclusivamente ai voti della gente? Coloro che dovrebbero rappresentare il popolo e attivarsi per il bene comune? La dottoressa Flacco resterà indifferente allo sciopero di un uomo che dimostra cosa voglia dire rispetto della legalità, a discapito della propria vita?
In attesa.