“Dal 2009 a oggi si sono già vissute diverse situazioni simili, con lo scatenarsi di malattie contagiose che hanno creato, talvolta inutilmente, allarmismo nella cittadinanza italiana e abruzzese. Per poter garantire interventi concreti e fermare sul nascere conseguenze sanitarie e sociali, è necessario farsi trovare pronti costantemente, invece di attivarsi solamente quando un’epidemia finisce in prima pagina. Se sulla carta dalle risposte dell’Assessore sembra che tutta vada bene, mi auguro che vada presto a vedere cosa succede nella realtà. Ci sono reparti dove, fino a qualche giorno fa, gli operatori sanitari delle aziende ospedaliere non avevano nemmeno le mascherine protettive. Non solo, ma vorrei invitare l’Assessore anche a verificare direttamente se ci sia la possibilità reale di creare corridoi o aree di isolamento all’interno delle strutture in caso di rischio contagio”.
“La verità – conclude – è che manca un’organizzazione chiara, che sia funzionale prima della presenza di potenziali emergenze, come il Coronavirus, e che sia operativa anche quando non ci sono epidemie o pandemie che occupano spazio su giornali, telegiornali e social network. Una corretta formazione degli operatori sanitari e un’informazione trasparente ai cittadini è un dovere dell’istituzione regionale, e non è più accettabile intervenire con questo ritardo”.
COMUNICATO STAMPA