LUCO DEI MARSI – Presenti il sindaco Marivera De Rosa, i rappresentanti dell’amministrazione comunale, dell’ANPI Marsica con il presidente Giovanni D’Amico e il segretario Augusto Di Bastiano, dell’onorevole Giancarlo Cantelmi, dell’Istituto comprensivo “I. Silone” rappresentato dal vicario del preside Adelaide Fusarelli, del professore Giuseppe Grossi. Hanno, inoltre, partecipato le rappresentanze delle forze dell’ordine, religiose con don Giuseppe Ermili, il corpo docenti e gli alunni dell’istituto comprensivo scolastico di Luco dei Marsi, il consiglio comunale dei ragazzi.
“La giornata della memoria – ha spiegato il sindaco Marivera De Rosa – è sempre importante. Per noi, soprattutto amministratori e rappresentanti del popolo, è un dovere ricordare e trasmettere alle nuove generazioni tutto quello che è accaduto negli anni in cui il nazifascismo ha pensato di sterminare la razza umana. Non sono tempi lontani – ha continuato – , appartengono non solo alla nostra memoria ma anche all’attualità e quindi noi siamo in dovere di operare giorno per giorno affinché tali atrocità non abbiano più a ripetersi. Ricordando e trasmettendo alle giovani generazioni i crimini del nazifascismo e di ogni violenza in genere sull’uomo”.
Le Nazioni Unite hanno fissato nella data del 27 gennaio la Giornata della Memoria perché in questo stesso giorno del 1945 le truppe sovietiche della 60ª Armata Rossa arrivando per prime nella città polacca di Auschwitz, scoprirono il vicino campo di concentramento. L’apertura dei cancelli consegnò al mondo intero l’orrore perpetrato durante gli anni della Seconda guerra mondiale nei confronti di vittime innocenti: Ebrei, minoranze etniche, disabili, oppositori politici. Un’umanità negata per una scellerata ideologia nazista a quelli che una volta erano padri, madri, figli, figlie, fratelli, sorelle.
Uomini ridotti come ombre di loro stessi, cadaveri ammassati, fosse comuni, le pratiche volte al sistematico annientamento che fu non solo dei prigionieri ma rappresentarono la negazione dell’umanità stessa.
La Shoah segna un tragico spartiacque nella storia dell’uomo che ci fa capire di quali azioni crudeli e aberranti sia capace di commettere l’essere umano in preda a ideologie e fanatismi estremisti, non importa quanto esso possa essere istruito o civilizzato.
Settantacinque anni sono passati da allora e la giornata della commemorazione non è volta solamente a ricordare la vergogna delle leggi razziali volute dal fascismo in Italia nel 1938, ma soprattutto a far ricordare alle generazioni future tutte le vittime dell’Olocausto e di chi ha messo a rischio la propria vita per proteggerne altre.
Di tutto quell’orrore e dolore è doveroso conservarne la memoria, affinché le nuove generazioni possano scongiurare che tali mostruosità abbiano a ripetersi. Coltivarne il ricordo significa trarre lezione da ciò che è accaduto per prenderne consapevolezza e, soprattutto, per formare le coscienze riflettendo sugli errori per non commetterli ancora, ma per progredire verso società più democratiche e libere.
E’ necessario impegnarsi per un mondo in cui ciò che è stato non accada mai più, e questo impegno è quanto mai essenziale di fronte agli odi e alle intolleranze che, pericolosamente, giorno dopo giorno si fanno strada e sono sempre pronti a riemergere. Perché come ha ricordato, nel suo discorso, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella “l’indifferenza è l’anticamera delle barbarie”.
“La memoria per i giovani è secondo me fondamentale – ha affermato l’onorevole Giancarlo Cantelmi, scampato all’Eccidio di Celano – perché la giornata di oggi deve servire soprattutto a loro. Attraverso il ricordo del passato, le testimonianze che ancora esistono su quello che è accaduto, possono evitare di ricommettere gli stessi errori che furono commessi già allora, quando furono approvate le leggi razziali nel 1938”.
Importante dunque la partecipazione dei ragazzi dell’Istituto comprensivo “I. Silone” di Luco dei Marsi che hanno con attenzione, non solo ascoltato le testimonianze di chi ha vissuto in prima persona o attraverso i racconti dei propri genitori gli orrori di quegli anni, ma hanno partecipato attivamente al ricordo delle vittime dell’Olocausto attraverso musiche, poesie, e letture di brani.