TRASACCO – Circa duecento persone si sono radunate, nel tardo pomeriggio di ieri, davanti la pasticceria “Dolci Tentazioni” per la fiaccolata dedicata al ricordo di Erica, la ragazza di soli 26 anni morta a causa di un malore la scorsa settimana, e a tutti i giovani del paese marsicano prematuramente scomparsi.
Voluta e organizzata dagli amici più stretti di Erica “la fiaccolata ha avuto come spirito – ha spiegato Titti Colangelo – quello di rivolgere il nostro pensiero e le nostre preghiere ad Erica e a tutti i nostri giovani che ci hanno prematuramente lasciato, ma vuole essere soprattutto un monito rivolto a tutti i ragazzi di quanto sia preziosa ed effimera la vita. ‘Sappiate rispettarla sempre – ha continuato – come il più prezioso dei doni e che nessun giorno sia mai dato per scontato’. Questo è il messaggio che l’iniziativa intende trasmettere”.
Il corteo è partito con alla testa i familiari che stringevano tra le braccia le fotografie dei loro cari scomparsi troppo presto: Erica, Mariastella, Vito, Giuseppe, Rebecca, Ivan.
La luce delle candele come a squarciare quel buio che attanaglia il cuore e ad illuminare il cammino di una processione silenziosa, dove risuonavano soltanto le note de “Gli Angeli” di Vasco Rossi ed altre dolci canzoni. Silenzio ed una palpabile commozione hanno accompagnato ogni passo dei partecipanti alla fiaccolata mentre venivano percorse le vie cittadine.
Arrivato davanti la chiesa della Madonna del Perpetuo Soccorso il corteo si è fermato per la benedizione di Padre Michel per poi proseguire e, arrivati sul sagrato della Basilica dei S.S. Cesidio e Rufino, Antonio cugino di Erica, ha lasciato volare nel cielo, verso i giovani, una lanterna.
La folla è stata, infine, accolta all’interno della chiesa dai rintocchi delle campane che hanno iniziato a suonare a festa per tutti gli angeli che sono volati in cielo troppo presto.
“Questa sera – ha detto don Francesco durante la benedizione – con questo corteo abbiamo voluto ricordare come i nostri giovani, che ci hanno preceduto nel segno della fede, ci sono vicini. Li vogliamo ricordare davvero con tanto amore perché essi ci accompagnano, ci invitano, ci sostengono con quella speranza che è l’immortalità. Portiamoli nel cuore – conclude –, cerchiamoli, parliamogli perché essi sono contenti di essere da noi amati ma soprattutto da noi ricordati”.