TRASACCO – Come ogni anno, il sacro ed il profano si mescolano nel corso dell’attesa festa per la celebrazione di Sant’Antonio Abate che chiude così il calendario delle festività natalizie. Tutto pronto sin dal mattino del 16 gennaio per l’accensione dei fuochi e per le tradizionali “cottore” dove al loro interno vengono cotti i “ceceròcche”, ovvero il granturco.
La loro benedizione ha dato il via all’apertura ufficiale delle cottore.
Durante la mattinata, all’interno dell’Istituto comprensivo di Trasacco, i bambini di quarta e quinta elementare e i ragazzi delle medie hanno intonato la canzone di “Sant’Antonie trasaccane”, scritta e musicata da Tito Lucarelli, accompagnati da alcuni strumenti suonati dai compagni e dalla fisarmonica della maestra Marina. Una consuetudine radicata oramai da una decina d’anni che piace ai ragazzi, un modo per la scuola di riavvicinarli alla storia e alla tradizione di Sant’Antonio che si va, purtroppo, perdendo.
E’ stato annullato, invece, lo spettacolo itinerante de i “Mascaritte”, che si tiene ogni anno proprio il 16 gennaio, in quanto l’omonima Associazione culturale ha deciso di declinare la sceneggiata di Sant’Antonio come segno di partecipazione al dolore che ha, purtroppo, interessato il Paese marsicano nei giorni scorsi.
Polemiche, infatti, erano sorte tra la popolazione di Trasacco, nelle giornate antecedenti la manifestazione, in quanto si era divisa tra favorevoli e contrari ai festeggiamenti del Santo. In un centro cittadino, che non è certo una grande metropoli, ci si scontra più facilmente in quelle che sono considerazioni di opposte visioni, entrambe, però, corredate di valide motivazioni.
Poco più di una decina di fuochi sparsi per il paese hanno illuminato la serata per i tradizionali festeggiamenti di Sant’Antonio. La gente radunata intorno alle cottore” ha animato il centro marsicano assaporando i “ceceròcche”, pasta e fagioli, panini, dolci, vin brulé e tanto altro.
Quest’anno una novità alternativa è stata la presenza, in piazza Matteotti, di una “cottora analcolica” dove, rispetto alle altre, non sono state servite, appunto, bevande alcoliche. Un modo, questo, per unire allo svago anche l’attenzione a importanti problematiche sociali sulle quali riflettere.
“In collaborazione con il Ser.D di Avezzano – ha spiegato Guido Venditti, uno degli organizzatori – e alla luce dei fatti incresciosi che coinvolgono i giovani a causa dell’utilizzo spropositato di alcol e droghe, abbiamo organizzato una cosa in controtendenza a dimostrazione che ci si può divertire, mangiare e stare insieme senza ubriacarsi”.
I ragazzi che hanno avuto problemi con le dipendenze ci hanno messo la faccia e si sono ben volentieri adoperati per la riuscita della “cottora” che ha riscosso successo, con una grande affluenza di persone durante la serata.
Insieme a loro: “l’Associazione Freedom”, “Tutti diversamente insieme”, il “Club alcolici territoriali”, il “Club di ecologia Familiare”, la “Pro loco di Trasacco”e il “Ser.D di Avezzano” presente grazie all’intercessione del Comune che mostra sempre grande attenzione alle problematiche del sociale.
“In questo preciso periodo storico – ha dichiarato il dott. Adelmo Di Salvatore, responsabile Sert.D Avezzano – sono emergenti i problemi intorno al bere dei ragazzi, al cosiddetto ‘binge-drinking’ ovvero il bere tutto in una volta più unità alcoliche (siano birra, vino, super alcolici). Queste sono devastanti per il cervello di adolescenti e bambini (il problema comprende la fascia di età 11 – 25 anni) perché questo raggiunge la maturazione intorno ai 25 anni ed essendo, quindi, ancora in fase di plasmazione, i danni sono enormi e vanno a inficiare la crescita del ragazzo sotto numerosi aspetti. Purtroppo noi siamo portati spesso a dare la colpa ai giovani, ma dobbiamo pensare soprattutto ai genitori, ai docenti e a tutte le persone che ruotano attorno a loro. “
“La ‘cottora analcolica’ – continua Di Salvatore – è un bellissimo esempio di comportamento sobrio, analcolico e in controtendenza rispetto a quello che accade nelle altre ‘cottore’, che noi rispettiamo. Però il fatto di aver avuto tanto successo significa che la cultura e i paradigmi stanno cambiando e questo ci fa ben sperare. Gli stili di vita sani hanno – conclude – una marcia in più rispetto a quelli non sani che contemplano l’uso di bevande alcoliche, il consumo delle droghe e il giocare d’azzardo. Siamo qui a testimoniare che si può stare molto meglio senza alcol, senza l’azzardo e senza consumare le droghe”.
A chiusura della ricorrenza i riti religiosi officiati venerdì 17 gennaio. Nel pomeriggio i fedeli, partiti in processione dalla basilica dei S.S. Cesidio e Rufino, si sono recati nella chiesetta di Sant’Antonio dove è stata celebrata la Santa Messa e la rituale benedizione degli animali.