AVEZZANO – Si dice che in casi tragici, alla vita non si può chiedere: perché? Non c’è un perché, non c’è la risposta che ognuno vuole trovare nella logica, non c’è logica.
La vita è quella del giorno dopo. Continua, inesorabilmente, anche se il cuore è spaccato e affogato di lacrime.
Sì, la vita va avanti. Segui nei vari TG le notizie che coinvolgono il Paese, ascolti e qualcosa ti impedisce di essere logica, ti impedisce di proseguire in un silenzio imposto dal rispetto, ma tutto ha un limite.
“Altre due vite spezzate, vicino a Senigallia, investite fuori da un locale. L’auto arrivava a forte velocità e le ha travolte e uccise. Elisa Rondina 43anni insegnante e Sonia Farris 34, parrucchiera. Alla guida un 47enne incensurato. L’uomo risulta positivo all’alcol test e non si è reso conto di quanto accaduto. Si è fermato dopo alcuni chilometri, ed è stato lui a chiamare il 113. L’uomo è stato arrestato dalla Polizia di Ancona con l’accusa di omicidio stradale”.
Flash! Positivo alcol test? Flash! Incensurato? Flash! Arrestato? Flash! Omicidio stradale?
Si è colpiti da un turbinio di domande impostate sulla ricerca della logica di un normale cittadino, perché in questo caso, una logica deve esistere.
La comparazione è inevitabile. Quanto tragicamente avvenuto su quella maledetta Tiburtina Valeria è ancora vivo nella mente di ognuno.
Il dramma avvenuto a Senigallia porta in evidenza che l’uomo era ubriaco.
Il dramma avvenuto a Celano porta in evidenza che l’uomo alla guida era ubriaco e sotto uso di sostanze stupefacenti.
Il dramma avvenuto a Senigallia è stato perpetrato da un uomo incensurato.
Il dramma avvenuto a Celano è stato perpetrato da un uomo recidivo e già segnalato dalle Forze dell’ordine.
Il dramma avvenuto a Senigallia definisce il reato quale omicidio stradale.
Il dramma avvenuto a Celano non è stato definito tale.
L’uomo che ha causato il decesso di Elisa e Sonia è stato arrestato.
L’uomo che ha causato il decesso di Sara, no! Lui è un uomo libero.
Le domande ci sono, tante, ma è indiscusso che delle risposte si debbano dare, alla famiglia, alla comunità, a tutti per continuare ad avere fiducia in quella giustizia che fa del nostro Paese uno Stato democratico. Credere in quella giustizia che dice, scolpito da sempre, “la Legge è uguale per tutti”. Credere soprattutto e senza ombra di dubbio, che la legge, in primis in caso di omicidio, perché di omicidio si tratta, debba essere applicata.
Il nome delle due vittime è stato volutamente menzionato, proprio per sottolineare la loro vita distrutta, perchè il nome le rende persone comuni, persone come ognuno di noi con la voglia di vivere gli amori e la propria quotidianità.