AVEZZANO – E’ una sera fredda, quel freddo che penetra, che perfora il corpo, che ti blocca il respiro. Nell’aria però si percepisce ancora il calore delle festività. Una figura umana, avvolta nel niente dei suoi abiti, vaga nella piazza come a voler assorbire il tepore di tutte quelle luci, di quel tetto di stelline.
La figura si aggira tra le casette di legno, ormai non c’è quasi più nessuno, il freddo è pungente, si avvicina a Filippo Morelli organizzatore di “Magie di Natale” per chiedere una sigaretta.
Il primo pensiero è: sarà un clochard, uno di quelli di cui ultimamente si parla in cronaca. Per Filippo non è così, per lui è un uomo, punto! E ha bisogno di caldo, di mangiare, di una mano tesa e una dimostrazione di solidarietà.
Non è “un” clochard o vagabondo o barbone che dir si voglia, lui è soprattutto un uomo, con un nome Attilio e cognome (omesso per la privacy n.d.r.) è avezzanese e ha 57 anni.
Separato con un figlio, una storia come tante, un allontanamento da casa e anche il lavoro di meccanico salta. Attilio racconta è contento, per lui è uno straordinario Natale, arrivato con qualche giorno di ritardo. Che importanza ha!
Sì, perché Filippo lo ha portato a mangiare tanti succulenti arrosticini caldi, e lo ha ospitato nella casetta che stata in questi giorni il simbolo di queste feste: quella di Babbo Natale, con due stufe potenti, accese per tutta la notte. Poiché la solidarietà non viaggia da sola Claudia, che guadagna la sua giornata al freddo vendendo leccornie dentro uno dei gazebi bianchi, va a casa e prende una calda coperta per coprire il sonno di Attilio.
“Non mi aiuta nessuno, sono andato persino dal Vescovo e mi ha detto che vedrà, anche dal Comune ho avuto la stessa risposta. Promettono tutti ma nessuno ha fatto qualcosa per me!”. Questo ha rivelato Attilio, e con voce felice aggiunge: “Non so quanti arrosticini ho mangiato, erano buonissimi. Ho la pancia piena, è incredibile!”. Incredibile come il gesto di Filippo Morelli.
“Non potevo fare diversamente. -afferma l’organizzatore di “Magie di Natale”- Io sono così, non potevo lasciarlo andare con il gelo di questa sera. In realtà non credo di aver fatto nulla di straordinario. Il problema è che oggi questi semplici gesti di solidarietà, sono considerati come eccezionali. Dovrebbe essere la quotidianità.”
L’esperienza insegna che ogni uomo ha due storie, quella che racconta e quella del proprio vissuto. Un fatto è certo, qualsiasi possa essere la verità che Attilio non ha voluto rivelare, lui è un cittadino di Avezzano.
Nei due anni che dice di vivere in modo precario, solo con qualche lavoretto saltuario, non è stato mai visto, proprio come fosse un fantasma. Qualsiasi sia la sua storia, la mancata disponibilità nei suoi confronti da parte di chi è tenuto a far fronte a determinate esigenze fa male. E’ pur vero che le risorse per il sociale sono sempre quelle penalizzate nei bilanci, e altre voci al contrario lievitano. Si spende a favore di creare il bello, sorvolando sul problema che per molti il bello è poter almeno sopravvivere.
Chissà domani Attilio dove andrà, con quei soldi e quel pacchetto di sigarette in tasca che il suo nuovo amico Filippo gli ha donato? Oggi resta l’incanto di una fiaba a “Magie di Natale”.