AVEZZANO – Il 26 dicembre 2017 all’età di 87 anni moriva Antonio Rosini, presidente onorario della sezione marsicana dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
Dirigente contadino marsicano, è stato Presidente regionale della Alleanza dei Contadini. Dal 1963 al 1990 capogruppo del Partito Comunista italiano, poi partito Democratico della Sinistra, al consiglio Comunale di Avezzano, e dal 1975 al 1985 consigliere regionale d’Abruzzo.
Autore anche di vari libri tra i quali “Otto mesi di ferro e fuoco”, “Giustizia negata” e “Le vicende del fucino dal 1670 ai giorni nostri”
Riportiamo la lettera dei nipoti, scritta in occasione dei suoi funerali.
Caro nonno,
spero mi perdonerai se riparto da una variante del titolo della tua ultima fatica letteraria per iniziare questo discorso, ma non sono abituato a scrivere o parlare per l’attenzione di molti, come invece sapevi fare tu.
Caro nonno, dicevo, sono qui, in piedi davanti a tutte queste persone, per condividere con loro qualche parola da parte dei tuoi nipoti, che possa restituire anche solo in parte l’immagine domestica e familiare che conserviamo dell’uomo conosciuto e rinomato che eri per molti, ma che noi avevamo il privilegio di chiamare semplicemente ‘nonno’.
Sia chiaro, è impossibile anche solo pensare di scindere così facilmente la tua figura pubblica di politico, scrittore e studioso, da quella di amico, compagno, padre, zio, fratello, cugino, nonno, marito…
Non era forse l’esperienza accumulata in anni di lotte e difficoltà a sostenere la tua voce quando ci trasmettevi l’importanza di non sprecare il cibo? “Devi mangiare tutto quello che c’è nel piatto!” ci dicevi indicando gli ultimi tre atomi di ciccia attaccati all’ossetto del pollo. O ancora: “Guarda il piatto com’è pulito” esclamavi fiero al nipotino di turno che non aveva ancora fatto la scarpetta nel sugo della pasta, per poi raccontarci di quando con nonna mangiavate un uovo in due per cena, e a pranzo niente.
Ci educavi al valore delle cose, con determinazione e, soprattutto, con l’esempio.
Che Forza della natura che eri, nonno. Incredibile.
Non mi dilungherò a parlare dell’impegno che hai profuso nel PCI, nell’ ANPI, nell’ Associazione Familiari dei Martiri di Capistrello, né tantomeno di quella che hai dovuto avere per superare i momenti più difficili della tua giovinezza ed età adulta, non perché non ne valga la pena (al contrario), ma perché già ampiamente ed ottimamente raccontati altrove. Io volevo parlare della forza che hai saputo imprimere a tutte le tue azioni e parole di cui siamo stati testimoni.
Che Forza della natura che eri, nonno. Incredibile. E ovviamente non parlo di quando ero un bambino e mi sfidavi a braccio di ferro, ma di una forza diversa, interiore, anche sfaccettata: la forza di essere il capo famiglia, sempre pronto a dispensare consigli, ad elargire insegnamenti, generoso e disponibile com’eri. La forza di andare oltre ogni difficoltà che la vita ha posto sul tuo cammino, di prendere il mondo di petto e guardarlo negli occhi con coraggio. La forza di credere nelle proprie idee e portarle avanti con convinzione, ma anche la forza di superare l’orgoglio e sapersi rimettere in discussione se necessario. La forza che più di tutte mi ha colpito però, è sicuramente la forza che hai avuto nel saper riconoscere i tuoi limiti e cercare di superarli. Mille volte ci hai chiesto di correggerti l’Italiano, perché noi eravamo istruiti dicevi, mentre tu non eri potuto andare oltre la terza elementare, tuo malgrado. L’impegno nello studio che hai messo, la strenua ricerca del sapere, che hai provato a trasmetterci in tutti i modi. Il valore e l’importanza dello studio.
Che Forza avevi quando, al funerale di mamma, nonostante tu avessi lasciato da leggere il discorso che avevi scritto perché non riuscivi a farlo per il dolore, sei rimasto lì, fiero, quasi granitico. Una montagna che piangeva, ma pur sempre una montagna. Il mio Monte Velino. Il nostro Monte Velino. Che Forza della natura che eri, nonno. Incredibile.
Faremo tesoro di tutti i tuoi consigli e come Monte Velino sarai il Nord della nostra vita.
Ciao Nonno