CELANO – I “Sogni di un uomo”, è questo il titolo del libro di Soumaila Diawara. È un rifugiato politico, viene dal Mali, è in Italia da cinque anni, vive a Roma. Ha studiato, è un uomo che di cultura ne ha da vendere. È laureato in scienze politiche e giuridiche, specializzato come tecnico informatico all’università di Montrèal, in Canada.
Nel periodo universitario inizia la sua esperienza nel mondo della politica. Terminati gli studi si inserisce definitivamente nella politica entrando a far parte del movimento di opposizione SADI, come figura guida.
Grazie all’incarico che ricopre ha modo di viaggiare in molti Paesi dell’Africa, dell’America e dell’Europa e diventa responsabile della comunicazione del suo partito.
Soumaila è costretto ad abbandonare la sua Terra perché accusato, insieme ad altre persone, di un’aggressione ai danni del Presidente dell’Assemblea Legislativa. Molti suoi amici sono stati uccisi, lui è riuscito a fuggire.
Ha attraversato il mare su un gommone, obbligato a salire sotto la minaccia di un fucile. Ha affrontato il viaggio della speranza ed è arrivato in Italia da sopravvissuto.
L’autore nel libro racconta del capitalismo, dell’imperialismo, del razzismo, del sessismo nel mondo. È una raccolta di poesie, affronta il problema dell’immigrazione, soprattutto come questione umanitaria. È il racconto di un viaggio di sola andata.
Il fenomeno migratorio si è incrementato nell’ultimo decennio soprattutto per quanto riguarda l’attraversamento del Mar Mediterraneo. Gli anni dal 2015 al 2017 sono stati quelli del boom degli approdi sulle coste italiane.
In Italia lo scrittore sta continuando la sua lotta politica per la giustizia sociale ed economica nella promozione delle pari opportunità.
La nostra redazione ha incontrato Soumaila in un tranquillo sabato pomeriggio che ha dato inizio alle festività natalizie, nel Locale’67 a Celano. In compagnia di Roberta Paravano, curatrice del libro, e Vittoriano Baruffa, organizzatore dell’evento, abbiamo ascoltato i racconti della sua vita, della sua fuga e del suo arrivo in Italia, abbiamo scrutato i suoi occhi ed abbiamo pianto.