AVEZZANO – Sala gremita quella del Castello Orsini ad Avezzano, deputata ad ospitare, nel pomeriggio di ieri, un interessante Convegno, organizzato da esponenti abruzzesi del PD, dal titolo “La lezione di Francesco” – Guerra, ecologia, migrazioni, lavoro.
Ad aprire il dibattito, il Segretario PD provinciale di L’Aquila, Francesco Piacente, il quale, pochi istanti prima di iniziare, ci dice: “Siamo in un momento della storia politica del nostro Paese molto difficile, in cui si confrontano forze radicali, specie a causa di un ritorno della Destra massimalista, e riteniamo che il messaggio di questo Papa, che è un grande dono alla contemporaneità, non possa essere ignorato, specie sui temi della pace, della immigrazione e della transizione ecologica, nei quali esso contiene qualcosa di veramente rivoluzionario, sia per la Chiesa che per la Politica e vorremmo, grazie all’intervento del Governo nella persona del Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, Roberto Morassut e a quello del Professor Melloni, fine conoscitore della storia della Chiesa Cattolica, fare delle riflessioni per cercare motivi di ispirazione per la nostra attività politica.
Oggi la politica o trova una via di innovazione oppure muore, soprattutto a sinistra nel campo delle Forze progressiste e riformiste e, quindi, tutto ciò che ispira, in modo alto e profondo ad un tempo, è benvenuto perché abbiamo questa consapevolezza e vogliamo praticarla fino in fondo.
Possiamo confrontarci con un magistero papale illuminato e, pertanto, vogliamo custodirlo e non farlo sentire isolato nella Chiesa e nella società.
Riconosciamo al messaggio del Papa il valore di monito, sia per i credenti sia per chi in modo laico vive e pratica la politica. E’ un salto culturale enorme che stasera abbiamo l’ambizione, oltre che la speranza, possa iniziare nel nostro territorio, così sensibile con la Chiesa locale a queste tematiche, e possa rappresentare un grande risultato per noi ed i nostri concittadini”.
Il Professor Melloni, tra le tante cose esperto del Magistero di Papa Francesco su cui ha dedicato molti saggi ed articoli, fa notare come egli provenga dal Sud del Mondo, è l’unica figura del Sud del Mondo che oggi abbia voce pubblica autorevole e forte. Lo sfruttamento coloniale, militare e politico, lo sfruttamento strutturale del Sud del mondo, il mondo di sotto, costituisce la realtà in cui Francesco si forma e vive, con massima credibilità ed autenticità profonda, portandola con sé fin sul soglio pontificio.
La dottrina sociale prodotta dalla Chiesa Cattolica affinché, in un mondo popolato da ideologie, anche i Cristiani possano diffondere la propria e prendere posizione su questioni di fondamentale importanza, inizia con la Enciclica scritta da Papa Leone XIII, “Rerum Novarum”.
Rompe lo schema dell’anniversario di quella prima Enciclica, la “Pacem in Terris” di Papa Giovanni XXIII del 1963, perché contiene l’idea dei segni attraverso i quali lo spirito dice alla Chiesa delle cose che la Chiesa ha dimenticato seminandole nella Società, che viene guardata così nel profondo.
Con la caduta del muro di Berlino, cade la cultura delle ideologie, cadono le semplificazioni attraverso le quali veniva spiegata la storia dell’umanità. Ma ancora oggi siamo alla ricerca degli strumenti, degli approcci per riuscire a collocarci in un mondo diventato talmente grande da generare la più assoluta nostalgia del piccolo, talmente privo di barriere da avere ingigantito quelle che sono le barriere personali più facili da costruire, “i muri a costo zero”, muri della paura, del risentimento, dell’odio. Per cui, quelle che erano alcune cose che stavano fondamentalmente dentro tutte le cornici ideologiche del mondo passato sono oggi messe in discussione. Sulla unità della famiglia umana, ad esempio, non c’erano dubbi di sorta. Oggi a tale unità non crede più nessuno.
Persa l’idea dell’unità della famiglia umana, l’unico modo col quale oggi siamo in grado di ricomprenderla è di pensare che ‘quella famiglia umana a cui non crediamo più abita tutta la stessa casa che è la nostra.’
Nella Enciclica “Laudato Si”, rispetto ad una concezione naturista della transizione ecologica, Francesco ha posto il problema di quelle che sono le strutture che generano ingiustizia, che si scarica sul creato e dal creato si scarica sulla povera gente. Il male che viene prodotto corrisponde ad un sistema di tipo economico che non può che generare ingiustizia, che non può che generare dei danni che non possono che riverberare sugli indifesi e sugli ultimi.
E’ necessario porre l’accento sul dovere di giustizia a cui ciascuno è sottoposto. I gesti di responsabilità ecologica che ognuno di noi deve porre in atto a tutela dell’ambiente rappresentano qualcosa che invade la coscienza e permea di sé l’intera esistenza.
Luciano D’Alfonso, ex Presidente della Regione Abruzzo e Senatore della Repubblica, nel suo incisivo intervento ricorda Santa Caterina da Siena, la quale rispetto al creato ci ha aiutato a concepire il ‘valore del prestito’, nel senso che il creato viene capito e concepito se viene assunto come un prestito rispetto alle generazioni.
E poi si chiede: c’è bisogno ancora di ideologia?
Secondo il politico italiano essa porta ad una chiusura, ‘la declinazione finale dell’ideologia è il rischio del fondamentalismo’, altro è un pensiero completo, che non trascuri, altro è quello che stiamo facendo dal punto di vista della ‘riassunzione del valore ambientale in quanto, per chi crede, donato da Dio’, concepito come “casa comune”, donata da Dio, che deve durare. E prosegue: “Voglio ringraziare Michele Fina che ha avuto il coraggio, la laicità di mettere dentro questa discussione un pensiero fortemente religioso che cerca di non trascurare nulla di ciò che vale.”
Michele Fina, Segretario PD Abruzzo, ringrazia della numerosa partecipazione “e coloro, in particolare, che hanno sentito dell’iniziativa e sono venuti qui a capire come sia venuto in mente ad un partito politico di parlare di Papa Francesco, della sua figura, delle sue idee in controtendenza o provocatorie che dir si voglia con le quali ha imbastito il suo magistero di autenticità. La riuscita di tale iniziativa ci indica l’obiettivo di ripeterla, di insistere, ovunque, di continuare ad approfondire.
Francesco sembra oggi nel panorama politico mondiale il più realista, colui che guarda i fatti e ne parla. Il messaggio che qui vogliamo dare è un messaggio di innovazione, di discontinuità, e lo facciamo a partire dai valori, andiamo fino in fondo, fin dove si trovano i valori sui quali poggiano queste idee, sul rapporto tra guerra pace, sul fenomeno migratorio, sugli effetti che un cambiamento climatico avrà sul fenomeno migratorio, sugli squilibri economici come causa di emigrazione di massa.
Il populismo di cui è accusato Francesco in realtà è la volontà di essere popolare, di stare lì, quello è il realismo che io vedo e che imiterei; è questo coraggio e questa radicalità che imiterei, tornare ad essere popolari col coraggio e la radicalità, tipica del magistero del Santo Padre.
Tra ciò che è opportuno e ciò che è giusto noi possiamo trovare la strada.”
L’ultimo ad intervenire, ma per cause indipendenti dalla sua volontà, è il Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, Roberto Morassut: “Come ha ricordato Papa Francesco più volte, il tema dell’educazione ambientale, ossia del recepimento da parte dell’umanità della consapevolezza del punto critico al quale siamo giunti nel rapporto tra la crescita e la difesa dell’ambiente, la tutela delle risorse naturali è un punto decisivo tanto quanto le decisioni pratiche che i Governi sono chiamati ad adottare per frenare la corsa verso una possibile catastrofe che rischia di compromettere l’esistenza del genere umano nell’arco di pochi decenni.
Già è iniziata la minaccia verso elementi fondamentali della biodiversità, la scomparsa di alcune specie animali e le migrazioni – il termine ‘migrazione’ va assunto nella sua estensione a tutti i generi vitali – che rappresentano un elemento importantissimo per la tenuta delle civiltà occidentali.
Sono questioni dirimenti, pressanti, e legate strettamente alle condizioni di vita, alla uguaglianza, non a caso c’è un collegamento ineludibile tra il degrado ambientale e la crescita della disuguaglianza.
Il rapporto con la natura deve tornare ad essere di integrazione.
Francesco sollecita nuove azioni, politiche rivoluzionarie che non si limitino alla produzione, all’uso, alla trasformazione, alla espansione quantitativa, ma si innestino nell’ambito di una economia circolare dove la reintegrazione nella biosfera ad impatto zero si accompagni alla rivoluzine del pensiero, ad una rimodulazione delle coscienze in senso eticamente ed ecologicamente sostenibile.
In ciò, l’assoluta modernità della Enciclica di Papa Francesco