COLLELONGO – Presenti alla cerimonia il sindaco Rosanna Salucci con l’amministrazione, le autorità religiose e militari. Hanno partecipato le associazioni di combattenti e d’arma quali gli alpini di Collelongo, di Trasacco, di Antrosano, l’U.n.u.n.c.i. di Avezzano con il capitano Floriano Maddalena, la Sezione Alpini Abruzzi, il tenete colonnello Sabatini comandante battaglione multifunzionale Vicenza, il luogotenente Roberto Di Benedictis, l’Associazione nazionale paracadutisti d’Italia.
Dopo la benedizione alla stele dei caduti posizionata a piazza E. Mascioli, il corteo si è diretto verso piazza Ara dei Santi dove, sulle note dell’inno d’Italia, si è proceduto all’alzabandiera ed è stata deposta la corona di fiori in loro onore davanti al Monumento dei Caduti.
La seconda parte della cerimonia si è svolta, invece, davanti al cimitero di Collelongo poiché l’amministrazione ha voluto inaugurare anche le nuove lapidi in memoria dei cinquanta ragazzi del paese caduti durante le guerre del 1915-1918 e del 1935-1944, posizionate proprio lungo il viale che porta al cimitero. Essendo oramai talmente rovinate da essere, per alcune di esse, persino i nomi illeggibili, l’amministrazione ha provveduto a sostituirle. “L’amministrazione – ha affermato il sindaco Rosanna Salucci – ha sostituito le lapidi presenti sul viale dagli anni Sessanta, perché il dovere di chi vive oggi è ricordare i caduti, questi ragazzi ai quali la Patria ha chiesto un sacrificio immenso, cioè la loro vita. Quindi quando entriamo in questo cimitero vorrei che sui lati non si vedessero solo lapidi, ma persone più meritevoli di rispetto in confronto a tutti gli altri e per questo è importante continuare a leggere i nomi affinché tutti loro continuino a vivere tra noi”.
Durante la santa messa, officiata da don Vincenzo Piccione, proprio il parroco ha chiesto ai presenti “Chi è l’uomo giusto? E’ l’uomo che vive con dei valori e degli ideali, sono questi fratelli e sorelle che hanno dato la vita perché hanno vissuto con dei valori”. Continuando la sua omelia don Vincenzo ha fatto anche una riflessione sul fatto che oggi, in generale, la gente non sente più i valori all’interno della società e le testimonianze non si danno più. “Allora – ha aggiunto – siamo tutti chiamati ad essere persone responsabili e in queste occasioni la comunità deve essere tutta presente per dire grazie alle persone che hanno sacrificato le loro vite per noi”.
Commovente momento la lettura della “Preghiera per i Caduti” e dei nomi dei cinquanta ragazzi che hanno sacrificato la loro vita per quegli ideali alti di Patria, giustizia e libertà. “Ricordiamo – dichiara il sindaco – una Grande guerra di 680 mila vittime, di ragazzi che persero la vita per un conflitto che ci ha consentito di completare l’Unità d’Italia, ma probabilmente si sarebbe potuto arrivare allo stesso obiettivo praticando rispetto reciproco e in democrazia. Noi non siamo mai riusciti ad imparare dalla storia, spero che questo tributo – conclude Salucci – non debba essere più dato per la Patria, perché essa deve fare in modo che la comunità viva nella pace e nel rispetto”.
“La memoria è qualcosa di forte, di sacro e che va alimentato – ha tenuto a ricordare il tenente colonnello Sabatini – , noi tutti come cittadini abbiamo il dovere di coltivare la memoria, perché se siamo qui e possiamo permetterci qualsiasi cosa è perché qualcuno si è sacrificato per darci quello che noi siamo oggi”.
Un sentito e commosso pensiero è stato rivolto a Stefano De Gasperis, il ristoratore avezzanese morte in un tragico incidente d’auto lo scorso 30 ottobre, da parte delle autorità civili, religiose e militari: “un ragazzo entusiasta e con gran voglia di fare e di partecipazione, perso da tutti troppo presto”. A lui un ringraziamento speciale per aver dato il suo contributo all’organizzazione della giornata di oggi attraverso la presenza dell’Associazione nazionale paracadutisti d’Italia.