AVEZZANO – Un’ora e un quarto non è mai abbastanza quando si tratta di musica. Anche se ci aggiungi qualche bis, un concerto dovrebbe poter durare in eterno. Soprattutto quando l’atmosfera che questo emana non riesce a staccarsi dalla pelle e rimane incollata addosso anche nei giorni seguenti.
E’ un po’ quello che è successo con lo spettacolo che Enzo Avitabile ha regalato al Teatro dei Marsi il 25 ottobre. Un palco minimale, tre uomini, giochi di luci e il resto affidato alla parola, al suono, al gesto e alla danza. I quattro elementi naturali di una trasposizione acustica.
“Don Salvatò” è stata la canzone di apertura, una preghiera mediterranea tra le braccia dell’emozione, per poi passare al brano scritto con De Gregori “ Attraverso l’acqua” , il racconto del dramma di chi lascia la propria terra per approdare in questa cervicale europea che è l’Italia; il ponte verso la speranza di qualcosa di migliore.
Ad accompagnare l’artista due musicisti di eccezione: Gianluigi Faenza alla chitarra ed Emidio Ausiello alle percussioni. Tutt’eguale song ‘e criature nisciuno è figlio de nisciuno tutt nati dall’ammore se sape come si nasce ma nun se sape comme se more recita uno dei brani più conosciuti e che ha travolto il pubblico. Forti le parole dell’autore, tra messaggi sociali fuori e dentro le canzoni alternati a momenti di pura ironia partenopea.
Durante il concerto, tra voce, pentarpa napoletana e il suo “saxello”( simile ad un sax sopranino in mib) come in maniera ilare ha definito lo strumento ibrido tra ciaramella e sax che si è fatto costruire appositamente, l’artista ha donato al pubblico due cover : “It’s a Man’s Man’s World” di James Brown e “No Woman No Cry” di Bob Marley . Non potevano mancare “ Soul Express” , “ Napoli Nord”, “ Canta Palestina”, “ Mane e Mane” e la sua rivisitazione della Guerra di Piero di Fabrizio De André in dialetto napoletano. Per rimanere in tema il 6 aprile di questo stesso anno Avitabile ha conquistato la Targa Faber nell’ambito del Premio Fabrizio De André. L’ultimo brano omaggio alla canzone napoletana è stato “Carmela” di Sergio Bruni. All’appello degli elementi rimaneva esclusa solo la danza, quando Avitabile ha chiesto al pubblico di unirsi a lui e muoversi sulle note della chiusura.
Un concerto che ha abbracciato gli ultimi quindici anni della sua produzione artistica in chiave acustica. Un mondo di suoni e colori dalle sfumature indefinite, quelle stesse sfumature che non lasciano scampo all’emozione.