AVEZZANO – Ci è pervenuta notizia che qualche giorno fa, a Milano, un operatore droni è stato interrotto nel pieno delle sue funzioni dai VVUU. senza possibilità di portare a termine il proprio lavoro a causa di reiterati controlli sulle autorizzazioni, anche, a dir poco, ostativi.
In breve, è accaduto che il pilota, in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie e operante con drone al di sotto dei 300g è stato fatto oggetto di controlli ripetuti e quasi persecutori da parte dei VVUU di Milano.
Vediamo perché.
Una prima pattuglia ha fatto tutti i controlli dovuti e successivamente una seconda pattuglia ne ha eseguiti di nuovi andando oltre le normali “ procedure” del caso. Infatti, uno dei due agenti della seconda pattuglia ha affermato che non si può volare in quella zona -grazie, lo sapevo. A cosa servono i permessi? n.d.r. – Dopo questa osservazione il pilota mostra tutti i permessi a disposizione (nel caso specifico: Enac che interagisce solo via email, Prefettura e Comune) e la risposta dell’agente è stata che la Prefettura non ha nessun valore perché è l’Enac che autorizza i voli. Vero, ma il signor agente non sa che in tali casi la Prefettura e l’Enac agiscono all’unisono, quindi se la Prefettura ha dato l’ok è perché anche l’Enac ha detto di sì. In seconda battuta si mette a disquisire sulle condizioni e procedure di volo che si eseguono durante le operazioni. Questioni di assoluta competenza dei piloti.
Alla fine il pilota-operatore ha desistito ed è andato via senza concludere il lavoro.
È chiaro che c’era una volontà occulta di bloccare quelle operazioni, ma chi si è prestato al gioco lo ha fatto in maniera maldestra, oltre che ignorante, esponendo i VVUU ad un eventuale ricorso per danni da parte degli interessati.
I droni sono un argomento che sta prendendo piede alla velocità della luce e occorre prestare molta attenzione ai singoli casi perché questi strumenti volanti fanno parte dei “cieli”, come si vede talvolta anche nella nostra Marsica, e gli spazi aerei sono gestiti da ENAC attraverso la sua normativa. Non siamo ancora abituati a questa nuova prospettiva e gli Enti locali soprattutto, per ora, hanno giurisdizioni molto limitate sull’argomento. È ancora in costruzione la nuova normativa EASA che dovrebbe allineare tutti i paesi europei ad un unico standard di pensiero: quindi per ora siamo in un limbo.