La questione Dalmata e degli italiani di Dalmazia, è stata oggetto di attenzione da parte dei governi del nostro Paese, a partire dall’Unità d’Italia sino alla fine della Seconda guerra mondiale, ma non è stata mai affrontata in modo incisivo, determinato, autorevole.
Due Guerre mondiali, la prima addirittura vinta dall’Italia, non hanno portato ad una soluzione dello spinoso problema.
Gli Italiani di Dalmazia iniziarono la loro “diaspora” già dal 1920, con il primo esodo verso il nostro Paese, a seguito del Trattato di Rapallo, che definì i confini tra Italia e Jugoslavia..
Per arrivare all’esodo di massa dopo la Seconda Guerra Mondiale, ancor prima del Trattato di Parigi del 1947, che definiva per l’ennesima volta i confini tra le due Nazioni.
Trecentocinquantamila profughi scelsero innanzitutto l’Italia, ma in tanti emigrarono in Sud America, Australia, Canada e Stati Uniti..
Prima dell’esodo, erano avvenuti i massacri delle Foibe da parte dei partigiani di Tito: una pagina tristissima, fatta di orrori, violenze, rappresaglie, abusi e ritorsioni.
Per molte delle vittime la colpa era soltanto quella di appartenere all’etnia italiana, per non parlare di atrocità nei confronti di donne e di bambine. Una vera e propria barbarie taciuta colpevolmente per oltre sessantanni.
Per approfondire questi argomenti, l’Associazione culturale “Osvaldo Costanzi” di Celano ha organizzato un convegno, cui hanno partecipato esperti relatori, che hanno trattato il tema: “Il dramma degli italiani di Dalmazia”, partendo dai precedenti storici, per passare alle due Guerre Mondiali, alle Foibe e all’Esodo.
Il presidente dell’associazione Costanzi, Ilio Nino Morgante ha introdotto i lavori; il generale Vero Fazio,è stato l’apprezzato relatore, che ha appassionato la numerosa platea; hanno preso parte alla conferenza anche l’on.le Giancarlo Cantelmi; il presidente dell’associazione nazionale Dalmata Guido Cace; l’ambasciatore Gianfranco Giorgolo. Hanno portato il saluto della Regione Abruzzo e del Comune di Celano, il consigliere regionale Mario Quaglieri e il consigliere comunale Enzo Ciciotti,.