AVEZZANO – Stangata per le scuole guida a seguito dell’applicazione della risoluzione n.79 dell’Agenzia delle Entrate. Il provvedimento prevede la tassazione dell’IVA al 22% sulle patenti, e il punto più dolente è la retroattività: infatti i titolari delle agenzie dovrebbero versare l’importo arretrato dal 2014.
Cinque anni di IVA, mai incassata e di conseguenza mai versata perché fino al 2 Settembre scorso in Italia le scuole guida erano “scuole” e quindi esenti. Cosa fare? Versare di propria tasca importi mai percepiti o bussare ai propri allievi per cercare di recuperare le somme dovute? Il settore potrebbe collassare: si stimano costi di almeno 110 mila a scuola guida.
Il provvedimento per come è caduto improvviso sulle teste dei contribuenti sembra essere “tutto italiano” per forma e sostanza, in realtà dobbiamo questo regalino alla Corte di Giustizia Europea che si è pronunciata in merito a un ricorso presentato da un’autoscuola tedesca.
“Non siamo pronti – ci dice il titolare dell’Austoscuola Moderna di Avezzano- non abbiamo nemmeno i documenti fiscali per rimetterci in regola, visto che fino ad ora venivamo tassati sul fatturato annuale. Se dobbiamo pagare l’IVA la paghiamo, adeguiamo i prezzi e li comunichiamo ai nostri clienti al momento della stipula del contratto, ma la retroattività di 5 anni ci mette in seria difficoltà”.
In effetti, quello che lascia perplessi e non poco è proprio la retroattività del provvedimento e ci chiediamo se una qualunque norma possa essere retroattiva. La nostra stessa domanda se la sono posta anche i nostri parlamentari, sia di maggioranza che di opposizione, che in questi giorni stanno presentando mozioni e interrogazioni anche alla Comunità Europea.
Abbiamo raggiunto telefonicamente il segretario nazionale dell’Unasca, il dott. Emilio Patella che ci ha informato su quanto le associazioni di categoria faranno nei prossimi giorni. Da mercoledì prossimo sono previsti audizioni, a cui parteciperà anche l’Agenzia delle Entrate, davanti alle Commissioni Trasporti e Finanza. I rappresentanti delle Associazioni di categoria presenteranno un documento congiunto al Ministro dei Trasporti e al Ministro della Finanza in cui sono contestati alcuni passi della sentenza. Primo fra tutti, il passaggio che sancisce l’obbligatorietà del pagamento dell’IVA per “motivi di concorrenza”: in sostanza, secondo la Corte di Giustizia Europea, le autoscuole italiane farebbero concorrenza alle agenzie degli altri paesi europei perché meno care: “ma – ci dice Patella- una norma europea impone di prendere la patente nella nazione di residenza, come può l’Italia danneggiare le autoscuole tedesche o di qualsiasi altra nazione?”
Il motivo per cui in Italia fino ad ora le scuole guida erano esentate dall’IVA era l’assimilazione dell’insegnamento in esse impartito all’insegnamento scolastico e universitario. La Corte di Giustizia e l’Agenzia delle Entrate negano questo presupposto perché l’insegnamento della guida automobilistica non rientrerebbe nella nozione di “insegnamento scolastico o universitario” in quanto istruzione specialistica che non ha, di per sé, lo stesso valore della trasmissione di conoscenze e competenze riguardanti un insieme ampio e approfondito di materie. Ci dice ancora il segretario nazionale dell’Unasca: “Le autoscuole sono riconosciute dallo Stato e sottostanno a regolamenti stringenti, anche in materia di sicurezza e di misure delle aule e delle suppellettili, esattamente come le scuole. Inoltre l’Agenzia delle Entrate, emanando tale provvedimento e mostrando di avallare quanto affermato dalla sentenza contraddice se stessa, negando quanto fino ad ora affermato in merito all’esenzione, ma non lo nega solo perché afferma esattamente il contrario, ma perché sembra quasi dire di non aver mai parlato di esenzione dell’IVA per le autoscuole”.
Continueremo a seguire la vicenda, restate sintonizzati.