AVEZZANO – L’anno scolastico è appena iniziato, ma già Giugno bussa prepotente alle porte. Sì, sembra un’assurdità, eppure, a scuola, soprattutto tra i ragazzi del V anno, le parole che arrivano di più alle nostre orecchie sono “esame” e “maturità”.
Cosa provano i giovani arrivati quasi alla fine di un percorso che, se pure a volte faticoso, ha caratterizzato un periodo importante della loro vita? Quali sono le emozioni, le ansie, le attese che nutrono nel cuore? A volte pensiamo i che i nostri ragazzi, presi dai meccanismi spersonalizzanti dei social, non siano in grado di provare emozioni o di esercitare il pensiero con profondità e consapevolezza, invece, se li ascoltassimo, se li lasciassimo parlare, troveremmo un mondo meraviglioso da scoprire e ci renderemmo conto che spesso gli adulti o, se vogliamo deresponsabilizzarci, il sistema, hanno ucciso sogni e speranze di chi si sta affacciando alla vita. Abbiamo chiesto a loro, ai giovani, agli studenti di V anno cosa provano oggi nel pensare al futuro e al prossimo esame di maturità. Ascoltiamoli.
Ci dice Francesco: “l’idea di iniziare il quinto anno provoca in me un mix di emozioni che a mala pena riesco a descrivere: è come se mi trovassi in un limbo, sospeso tra il volermi realizzare come adulto e il voler restare ragazzo…”.
Mattia ci parla di ansia, l’ansia di “giocarsi tutto”, i 5 anni trascorsi, in 3 giorni, ma, ciononostante, è ottimista e sorridendo afferma con convinzione: “sono sicuro che ce la caveremo al meglio, dando il meglio di noi stessi!”.
Preoccupazione per il futuro universitario, tristezza perché lascerà i compagni, emozione per il futuro che gli spalancherà le porte sono i sentimenti che ci confida Andrea; invece Francesco pensa alla scelta universitaria: scienze della formazione o biotecnologie? Jacopo spezza una lancia a favore della scuola e ne sottolinea la bellezza, nonostante tutto: “Il tempo è volato, ma il tempo vola quando ci si diverte e si sta bene, evidentemente in questi 5 anni siamo stati bene…” è proiettato al futuro, ma sembra guardare al passato già con un po’ (un bel po’) di nostalgia.
Vincenzo un po’ ci spiazza: un po’ di paura serpeggia in quanto ci confida: “Forse abbiamo tutti un po’ paura, perché il futuro è arrivato. Credevamo che, arrivati al quinto, saremmo stati maturi e in grado di decidere della nostra vita… invece, ora, mi rendo conto che non è proprio così. Crescere non ti porta a capire qual è la soluzione, ma solo a scoprire che non ce ne è una precisa…”.
Alessia porterà nel cuore, come in uno scrigno, le tante persone incontrate che le hanno “dato tanto”, con cui ha condiviso emozioni e sofferenze. È il momento di scegliere chi essere ed è spaventata ma, ci dice “Nonostante tutte le paure e le insicurezze, ricorderò tutto con un grande sorriso e con un pizzico di nostalgia”. E Valeria già prova nostalgia per quanto è passato, per i compagni di scuola che sono stati per lei dei compagni di viaggio; e Federico vorrebbe tornare indietro, al primo giorno nel primo anno, ma… non si può e allora si concentra su ciò che gli resterà: le forti amicizie e gli insegnamenti dei professori e aggiunge: “Da questo anno mi aspetto grandi risultati, soprattutto a livello personale: voglio superare difficoltà e paure…”
Non ci resta che augurare a tutti gli allievi dell’ultimo anno di vivere con intensità e passione ogni loro attesa e speranza, e ai ragazzi che ancora hanno qualche anno davanti prima dell’esame di maturità, di gustare la scuola nelle sue gioie e anche nei suoi piccoli drammi e di viverla come un momento importante per aprire il cuore ai sogni che saranno la base da cui partire per costruire il futuro.