AVEZZANO – La letteratura di ogni tempo è costellata dalla presenza degli alberi!
Basterebbe citare Tolkien e i suoi “Ent” per trovarne alcuni che sono anche trasformati in creature senzienti antiche, più degli elfi!
In molte foreste sono ambientati romanzi famosi: da Zanna Bianca di London a Robin Hood, alla Freccia Nera di Stevenson.
La mitologia nordica e, soprattutto, quella germanica più mitteleuropea trovano nell’albero un segno di Wotan, un simbolo totemico.
Così Arminio, prima di massacrare le legioni di Varo troverà il tempo di riunirsi con gli anziani per prendere le decisioni ultime!
Nella fantascienza, Asimov, Clarke, Bradbury e molti altri hanno intessuto trame ove la presenza di alberi è sovente legata, come in Tolkien, ad organismi superiori,
gli “alberi-madre”, un po’ come nell’Avatar cinematografico. E come in quest’ultimo, l’Uomo della Terra è il “grande distruttore”…
In uno dei racconti di “Mondo Piccolo”, Giovanni Guareschi fa dire cose meravigliose a Peppone, proprio a proposito degli alberi e resta sempre quel carducciano “…albero a cui tendevi la pargoletta mano“, oppure i salici, quelli delle “rive di Babilonia” del Salmo famoso che si riallaccia al quasimodiano “…alle fronde dei salici erano appese…”
E poi c’è Barbalbero che con gli Ent prenderà parte alle battaglie ultime contro l’Oscuro Signore nella Terra di mezzo di Tolkien, quello che abbiamo citato poco sopra!
Oggi gli alberi si tagliano nella foresta amazzonica per aprire strade, si tagliano nelle città per far spazio ad altro, ma la funzione precipua è dimenticata.
L’ultima tagliata è quella odierna nella antica agorà della Città di Avezzano…
Una piazza dove il “divieto di sosta” si estende forse anche agli alberi secolari che son sempre stati lì dal 1921 o dal 1927…
Comunque, al di là di ogni altra cosa, rimane la profezia degli Indiani HOPI (attribuita erroneamente a Toro Seduto, grande sachem dei Sioux Lakota o Hunkpapa): “…Quando avrete inquinato l’ultimo fiume, abbattuto l’ultimo albero, preso l’ultimo bisonte, pescato l’ultimo pesce, solo allora vi accorgerete di non poter mangiare il vostro sudicio denaro…”
E questo è un monito che vale per molta gente…