TAGLIACOZZO – L’estate è la regina delle feste patronali. In ogni comune, frazione o contrada, il santo eletto a protezione delle varie collettività viene letteralmente “bombardato”.
Sicché d’estate, in occasione dei giorni di festeggiamento, di primo mattino, con temperature africane e la vegetazione di campi e boschi in secca, la sveglia ti viene data a suon di colpi scuri e crepitìo di batterie che squarciano il silenzio delle prime ore del giorno. Per dirla in sintesi, trattasi di un’usanza incivile non più tollerabile ai giorni d’oggi, atteso che l’eco di bombe vere e devastanti proveniente dalle guerre in atto in terre a noi più vicine, evoca ansia angoscia e preoccupazione. Spesso questo barbaro e anacronistico “bombardamento” provoca danni irreparabili all’ambiente. Leggasi incendi inarrestabili, devastazione del paesaggio. Spari, colpi scuri e fuochi d’artificio sono talmente fragorosi e veementi che terrorizzano anziani, malati e bambini, senza mettere nel conto le stragi e l’impazzimento degli indifesi animali domestici e selvatici.
Vanno a fuoco e in fumo migliaia e migliaia di euro in pochissimo tempo che potrebbero, invece, essere destinati ai poveri del paese, a chi non ha disponibilità per comprarsi da mangiare, ad altre e più interessanti iniziative. Ai Santi, ai Beati, alle Madonne poco interessano le “bombe pirotecniche”. Non ne hanno assolutamente bisogno. Annullano la sacralità della ricorrenza trasformandola in uno spettacolo folcloristico. La festa in onore del Santo Patrono dovrebbe essere rigorosamente festa religiosa, così come dovrebbero essere tutte le feste celebrate dalla Chiesa. E sarebbe ormai ora che sindaci, questure e prefetture, vescovi, preti e affini, di comune intesa e una volta per sempre, proibissero severamente i pagani “bombardamenti” in occasione delle feste patronali e non solo in occasione di esse.