ROCCA DI MEZZO – Il 13 agosto intorno alle 18.30 a Rocca di Mezzo, si è verificato un episodio di razzismo in pieno giorno e in piena strada. Vittima una bambina di 13 anni di origine africana, adottata da una famiglia italiana. La madre è Germana Paoletti, 53 anni, insegnante e assessore del M5S del Municipio di Ostia, cioè trecentomila abitanti del Comune di Roma, si occupa di politiche sociali ed educative.
È stata la stessa Signora Germana a denunciare l’accaduto sul suo profilo Facebook, il giorno dopo, scrivendo un post pieno di rabbia e di sdegno, che ha riscosso molto successo: «Ieri è successa una cosa molto grave, si è materializzata una delle paure più grandi per le mie figlie, siamo a Rocca di Mezzo, ridente paesino abruzzese, che pullula di romani in vacanza, la mia figlia più piccola, di 13 anni, stava camminando, alle 18,30 di pomeriggio, per raggiungere i suoi amici, quando una macchina l’ha avvicinata, ha aperto il finestrino e quello che dovrebbe essere un uomo le ha gridato “NEGRA DI MERDA!” ora io sono sconvolta per la gratuità, per la crudeltà dell’offesa, per la paura che alle offese verbali possano seguire quelle fisiche e non mi riferisco solo alle percosse. In Italia più di 70000 famiglie sono state fiduciose nei valori della Costituzione e in chi li dovrebbe garantire, hanno aperto i loro cuori al mondo e ora è il Paese che ci sbatte la porta in faccia, con violenza inaudita, ci ARRUSPA per questo consenso DI MERDA, di 4 sfigati che non avendo mai concluso un c**** nella loro vita finalmente possono prendersela con qualcuno e odiare liberamente, si che sono i********, molto incazzata! e si lo sono perché si tratta di MIA FIGLIA, della mia famiglia e basta giustificazioni, basta basso profilo, BASTA! Pagherà chi grida insulti dai palchi come chi grida da una macchina e se non pagherà non avrà la mia garbata replica! Avrà il vostro silenzio vigliacchi! Voi tutti che pensate che questa sia la mia battaglia e non la vostra perché non vi riguarda Negra, ma la m**** si, quella si che vi riguarda se non avrete il coraggio di fare nulla, di dire nulla».
Voi siete turisti a Rocca di mezzo, da quanti anni praticate il paese? Vi era mai successo qualcosa di simile prima d’ora?
«Sì, siamo turisti a Rocca di Mezzo da molti anni mio marito è di L’Aquila e l’ho conosciuto proprio qui. Peraltro anche io ho vissuto dodici anni a L’Aquila prima di trasferirmi con lui a Roma! Per quanto riguarda l’episodio le dico che non ci era mai successo prima d’ora né qui né a Roma dove viviamo. Io ho adottato due bimbe di origini africane».
Dove è successo l’episodio razzista? Per strada c’era qualcuno che ha sentito l’insulto?
«L’episodio è successo martedì 13 agosto intorno alle 18.30 mentre mia figlia (la piccola di 13 anni) tornava dalla chiesa. Precisamente all’altezza della circonvallazione del paese. Era andata alla chiesa madre e stava riscendendo da sola. Mentre scendeva, l’auto dalla quale sono partiti gli insulti procedeva in senso contrario».
A primo impatto come ha reagito la bambina?
«A dire il vero noi abbiamo fatto passare un po’ di ore prima di fare la denuncia. Desideravamo stabilire il luogo circostanziato dove è avvenuto l’episodio e da parte nostra abbiamo preferito non sottoporre a troppo stress la bambina. Abbiamo aspettato che lei si sentisse pronta per affrontare una cosa che, le dico, abbiamo fatto fatica a tirarle fuori. Mia figlia, a causa del trauma, non voleva parlarne . È stata una confidenza fatta alla sorella! Soltanto a cena poi l’ha raccontata a noi genitori. Preferiva non fare alzare nessun polverone».
Come è avvenuto l’insulto?
«Io ad un primo momento ho chiesto alla bambina se era in bici, soltanto per capire se magari l’insulto poteva esser stato causato da un “fastidio stradale” ad un automobilista… nemmeno in quel caso sarebbe stato minimamente giustificato… Ma lei era a piedi, e per questo la motivazione non c’era!».
Pensate di poter avere la possibilità in qualche maniera di rintracciare l’autore dell’insulto?
«Noi abbiamo fatto la denuncia a distanza di qualche ora, tra l’altro il Comandante della stazione di Rocca di Mezzo è stato molto sollecito. A dire la verità io stessa pensavo fosse abbastanza inutile procedere con la denuncia perché comunque abbiamo soltanto il colore della macchina come indizio (considerando poi che in questi giorni il paese conta venticinquemila presenze!) Mia figlia ha però riconosciuto l’accento romano e l’auto piena di bagagli».
Vuole lanciargli un messaggio, qualora l’autore del gesto scellerato leggesse la nostra intervista?
«Allora le dico che sulla denuncia mi sono riservata comunque una valutazione, e lo sto considerando bene con i legali, sulle responsabilità indirette e sul clima e sul linguaggio che si sta tenendo e che si tollera in questo paese. Oltre, ovviamente, alle responsabilità dirette dell’autore del gesto! Non è più tollerabile tutto questo clima d’odio».
I messaggi di conforto sono stati tantissimi in questi giorni.
«Sono stati molti e sono arrivati da tantissime persone: colleghi amici esponenti di ogni partito, tranne che da uno. Non ho ricevuto nemmeno un messaggio da nessun esponente della Lega. Anche loro hanno il mio numero di telefono e non si capisce perché non è arrivata nemmeno una chiamata».