AVEZZANO – È ormai all’ordine del giorno leggere post, su varie bacheche social, nei quali si grida allo scandalo per l’abbandono dei lavori sul parco retrostante il Castello Orsini.
Leggiamo con amarezza che le colpe del degrado di questa città vengono, dai soliti noti, imputate alla caduta dell’Amministrazione, che lo ricordiamo è stata sfiduciata dal Consiglio comunale di Avezzano l’8 Giugno scorso. Una sfiducia all’ex sindaco e alla sua ex maggioranza, divenuta minoranza, determinata dal carosello di assessori e forze che entravano e uscivano dalla maggioranza stessa, quasi si stesse alla reception di un grand hotel. 23 mesi e 10 giorni nei quali si è detto, visto e fatto tutto e il contrario di tutto con la rotazione di ben 50 assessori e 3 vice sindaci e dove i consiglieri che sostenevano l’amministrazione sfiduciata chiedevano condivisione, sulle scelte dal Comandante, senza avere mai risposte. Richieste che venivano fatte dai cittadini e dalle associazioni di categoria, proiettando la nostra città in un futuro distopico.
Oggi a distanza di due mesi e mezzo, ancora chiacchiere al vento senza fondamento, contro chi ha messo fine ad un sistema amministrativo in balia di pochi e dalle scelte discutibili, per cercare di confondere la realtà delle cose.
Tornando al Castello Orsini, quindi, abbiamo voluto approfondire la realtà dei fatti, perché a noi non piace spararle grosse e soprattutto verificare le cose prima di scrivere, ed armati di buona pazienza abbiamo contattato Marino Santilli, Ceo della Vivai Santilli Celano, ed autore dei lavori nel giardino inquisito.
In una chiacchierata cordiale e simpatica, siamo entrati tecnicamente nella realizzazione, premesso che, Santili ci tiene a precisare, tutti i lavori eseguiti dalla sua ditta sono effettuati tenendo presente il canone, espresso nel Codice Civile, “del buon padre di famiglia” e per tanto le sue opere sono eseguite a regola d’arte.
Alla domanda “come mai si stesse seccando il nuovo giardino del Castello Orsini”, Santilli ci risponde con un secco “chi lo ha detto?” e qui sorvoliamo… : «Tutte le piante messe a dimora, 450, – continua il Ceo della Santilli Vivai – vengono innaffiate giornalmente dalla nostra ditta, per quattro ore, e tutto questo lo facciamo gratuitamente, visto che le piante ancora sono da pagare ed il lavoro non è terminato, anche se mancano veramente pochi giorni per ultimare il residuo che consiste nel montaggio della centralina automatica per l’irrigazione e la stesura del prato. Ma non per questo, appunto, da buon padre di famiglia, lascerei morire le piante, quindi un nostro dipendente si adopera giornalmente ad andare ad aprire l’acqua manualmente per irrigare l’intero giardino».
E come spiegare l’ingiallimento? Santilli continua: «Abbiamo rimosso 9 piante, anche se era possibile recuperarle, abbiamo preferito rimuoverle, l’ingiallimento si è verificato nel lasso temporale con il cambio di amministrazione, ma sarà recuperato con la continua manutenzione, chiaro è che se qualche pianta non dovesse attecchire bene è nostro compito sostituirla, questa procedura rientra nel 5 % di ogni rimessa a dimora delle piante, e rientra appunto nella media».
Quindi i cittadini possono stare tranquilli sulla salute delle piante del giardino al Castello Orsini? Santilli, concludendo, afferma: «La nostra azienda si è fatta carico come detto prima di mantenere in vita le piante messe a dimora e lì dove ce ne fosse bisogno siamo pronti a sostituirle; ci auguriamo solo che il commissario Passerotti dia il prima possibile il benestare per terminare il lavoro, essendo veramente una questione di pochi giorni lavorativi per terminare l’opera».
Alleghiamo il video che dimostra quanto dichiarato nell’intervista dove si evince l’irrigazione che è eseguita giornalmente manualmente.