OVINDOLI – Giampiero Gigliozzi è un’artista aquilano, uno scultore, oramai molto affermato nel panorama nazionale ed internazionale nato a L’Aquila l’otto ottobre del 1974. Subito dopo la laurea conseguita cum laude presso l’Accademia di belle arti di L’Aquila, ha iniziato a lavorare in vari laboratori di scenografia per la realizzazione di accessori di scena. Nel 1996 inizia l’attività professionale in proprio e poi tre anni dopo, nel 1999, dà seguito ad un percorso di ricerca che lo porta a sviluppare molteplici linguaggi espressivi attraverso la profonda conoscenza dei materiali accumulata durante gli anni di ricerca e studio. Nel 2003 è stato finalista nella Biennale dei giovani artisti d’Europa e del mediterraneo.
Nella Marsica Gigliozzi è un volto abbastanza noto soprattutto per la sua carriera da insegnante. Per diversi anni, infatti, lo scultore è stato anche docente di discipline plastiche presso il “Liceo Vincenzo Bellisario” di Avezzano. È il vostro cronista che vuole, con una licenza speciale, in questa sede ricordarlo col massimo affetto, come una persona seria e sempre disponibile, professionale, meticolosa e rigida quanto è necessario. È proprio l’attenzione al dettaglio che caratterizza di solito l’opera di ogni grande artista, e questo vale anche per quella di Giampiero Gigliozzi.
L’inconfondibile pathos che riesce a trasmettere la sua scultura, non sempre di lineare e semplice interpretazione, è nota a tutti. La grande arte, e in questo caso la grande scultura, significa di fatto superare di gran lunga il confine della fedele riproduzione accademica della forma; significa affidare al soggetto della propria realizzazione il compito di trasmettere il pathos suscitando nel soggetto-spettatore ciò che supera ogni intuizione che possa attenere al mero principio di individuazione. Possiamo esser di fatto certi che l’oggetto prodotto ( o riprodotto) diviene così una porta d’accesso verso un al di là all’oggetto stesso.
È il caso questo, ad esempio, dell’opera “Ultimo Anelito” di Gigliozzi, datata 2017. Qui il Cristo, ritratto nell’atto di spirare, è intriso di un pathos emotivo che trasmette appieno l’atmosfera estetica dell’evento che caratterizza l’attimo della morte del redentore.
Sarà visitabile nei giorni del 19, 20 e 21 luglio a Peschici di Lucoli nella galleria d’arte del maestro Giampiero Gigliozzi, una esposizione di opere dedicate al mondo dell’arte dinamica dal tema “Spazio Inerte”. L’apertura, prevista per le ore 19, è libera. L’esposizione include, oltre a una parte del lavoro svolto negli ultimi tre anni dall’artista Gigliozzi, anche un’opera inedita del pittore e incisore Lorenzo Bruno.