AVEZZANO – Yoga, definizione: “Complesso di tecniche ascetiche, comuni sia a varie forme di induismo, sia al buddismo, con le quali si cerca di attuare l’emancipazione dell’individuo dagli stimoli fisici e psichici, per portarlo a un’assoluta integrità spirituale”.
Leggendo la definizione ufficiale della parola yoga, ci riesce piuttosto facile comprendere quanto avvenuto nella giornata di ieri ad Avezzano.
Dodici gentili signore e un noto professore di Avezzano, ex preside del liceo classico, hanno deciso di ritrovarsi in Piazza Torlonia per celebrare la Giornata Internazionale dello Yoga. Mentre stavano praticando questa disciplina, sul posto sono arrivati tre agenti della Polizia Locale, giunti su segnalazione anonima di un paio di persone. Insomma, qualcuno ha notato il pericoloso gruppo rivoluzionario in azione, ed ha fatto intervenire le forze dell’ordine.
Come direbbe il poeta De André «Ed arrivarono quattro gendarmi – Con i pennacchi, con i pennacchi – Ed arrivarono quattro gendarmi – Con i pennacchi e con le armi /// Spesso gli sbirri e i carabinieri – Al proprio dovere vengono meno – Ma non quando sono in alta uniforme – E l’accompagnarono al primo treno». I gendarmi in questo caso sono stati tre invece di quattro, ma il risultato è stato pressoché lo stesso. Il gruppo è stato invitato ad allontanarsi dai prati illibati di Piazza Torlonia. Il gruppo ha tentato di opporsi, ma poi ha dovuto abbandonare l’erba per andare a proseguire sul mattonato.
È vero che il giardino del Re ha l’erba sempre più verde, ma questo sarebbe un parco pubblico. In tutto il mondo, come noto e come consultabile su internet, le persone liberamente corrono e fanno ginnastica sui prati dei parchi pubblici. Ma qualcuno, in questi due anni passati, ha pensato di farsi una sorta di giardino di Versailles o di Caserta, ma poi la monarchia è stata rovesciata. In Italia proprio non attecchisce.
Il verde pubblico si chiama così perché aperto al pubblico che ne può godere rispettandolo e non devastandolo, questo è sicuro. Un altro concetto che vogliamo richiamare è quello della Disobbedienza Civile. Un concetto ben esplicato da Socrate ad Hanna Arendt. Un concetto che, al di là delle azioni in violazione delle regole che si contestano e si vogliono cambiare, deve dimostrare la capacità di imporre il cambiamento sulla base della forza che si ha di resistere e pagare per le violazioni commesse a difesa di un principio. In base a questo ci facciamo latori di una proposta: perché non andare tutte le domeniche pomeriggio a sdraiarsi all’aria aperta, approfittando dei verdi prati di Piazza Torlonia?
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