AVEZZANO – Ecco… Ho ascoltato tutti! Però nessuno, a parte pochi casi davvero unici, si è posto il problema fondamentale, ovvero la Città è un sistema “quasi vivente” nel senso che è un organismo complesso che va prima conosciuto e poi vi si può operare sopra con scelte adeguate, anche condivise e che tengano conto delle necessità dei cittadini e della reale conformazione della Città.
Interventi fatti a Toronto, Copenaghen o Imola possono essere esempi ma non è che siano per forza direttamente importabili. Sento parlare dell’inquinamento da traffico veicolare e mi rendo così conto del male che può fare internet dove si legge di tutto! Che il traffico produca inquinamento è noto ma che lo faccia come si dice correntemente non è proprio così, basterebbe leggere non internet ma qualche buon testo di “interazione fra le macchine e l’ambiente” (ah: qui macchine non sta per automobili eh! mi raccomando!). Se uno conoscesse un po’ meglio la materia saprebbe che la principale fonte di inquinamento cittadino è costituita dagli impianti termici (quelli che sarebbero controllati a suon di scartoffie e con i famosi 9 o 35 euro pagati al verificatore che compie solo una misura di rendimento e controlla pochi parametri in verità).
La politica, dovrebbe essere di pubblico dominio, è l’insieme di atti che rendono possibili le cose, ma qui non si è voluta fare politica ma solo dimostrare che la forza possa cambiare il mondo… Il problema è che non è così che si passa alla storia! Mobilità sostenibile? Certamente sì ma la bicicletta è solo l’ultimo dei mezzi, prima di tutto la “Città sostenibile” si basa su altro e quindi acquedotti e fognature in ordine, strade a posto, verde adeguato, sistema dei rifiuti che funzioni e sia pure economicamente sostenibile, mezzi pubblici elettrici o comunque a ridotto inquinamento ed emissioni, circolazione sostenibile e traffico organizzato, poi si arriva alle piste ciclabili e a pedonalizzare, in maniera opportuna, la Città tenendo conto che esistono assi viari non pedonalizzabili (cosa invece nella quale i grandi esperti progettisti dello scempio attuale non hanno posto parola)…
Troppo semplicisticamente, quando si leva la voce della ragione che invita a “studiare prima”, si taccia la stessa voce di “immobilismo” quasi che se le cose si studiano con calma si vada a concludere che non si debbano fare! C’è poi un altro aspetto e cioè che gli interventi si analizzano solo in termini di “analisi costi-benefici” quando esistono i potentissimi strumenti della valutazione e studi di impatto ambientale (VIA-SIA) anche in modalità strategica, ovvero connessi alla pianificazione generale (VAS).
Ieri, parlando a proposito degli interventi sulla circolazione, ho ipotizzato un ragionamento. Secondo questo pensiero, per alcuni, sembra che “il mondo sia solo una creazione della mente”! Quindi, il loro pensare la Città è in funzione di come la vedono nella loro mente, non pensando in nessun modo che essa possa essere, invece, “una specie di organismo”, anzi, di “super-organismo”, come prima detto, e che abbia una vita sua e che deriva dalla vita dei suoi abitanti. Così, c’è modo di pensare ad interventi sulla Città che sono slegati da come essa sia veramente, ma vengono superimpressi pensando solo a quella che è la realizzazione di “una idea della Città” e non della “Città reale”. Così, quando si pensa a pedonalizzare il centro o a mettere in giro le biciclette lo si fa solo pensando al fatto come idea ecologica ma senza considerare come poi reagisca il sistema all’intervento!
Vista di Avezzano dal Monte Salviano
Il fatto che Avezzano abbia una pianta a maglie quadrate, che esistano assi viari fondamentali est-ovest e nord-sud di notevole lunghezza, non è considerato nella giusta luce, ovvero nella sua relazione con la vita della città e con le sue necessità, ma solo con l’idea che della Città si ha, ovvero con il fatto che la Città sia solo come la si pensa…
Se Imola o Parma o altro son pedonalizzate, quel modello potrebbe non essere adatto alla situazione nostra e questo lo abbiamo osservato poc’anzi. Ma volendo portare il ragionamento alle sue estreme conseguenze, non resta che considerare che quando per taluni “il mondo è una creazione della mente”, quindi essenzialmente un ritorno alla teoria platonica delle idee, allora entrano in gioco altre considerazioni. Chiaramente, questo significa che ciò che esiste fuori di me possa essere una mia creazione, ovvero un consolidamento nella realtà di una idea della mia mente. Ma allora ciò nel quale esisto, poiché se penso esisto, è una creazione mia e quindi nasce il paradosso che se io faccio parte della realtà che ho creato, io stesso mi sarei creato con essa e dunque, essendone parte, come avrei potuto creare essa e nello stesso tempo me stesso dentro di essa se mi sono autocreato? Da ciò discende che la Città, come l’universo, esiste a prescindere da me e quindi non può essere una “creazione della mente” e, ancora, ogni intervento su di essa deve partire dal presupposto che debbo prima conoscere la realtà per modificarla…Ovvero modificare la Città! Nel prosieguo di questa inchiesta, andremo a vedere come sia la Città veramente e quali siano i possibili interventi per riequilibrala e poi migliorarla…Tutto il resto è vanità!
Immagine di Avezzano al 1830
(foto nel titolo di Giulio Bertolaccini Fonte Facebook)