AVEZZANO – Ha un anno (data della sua produzione), arriva dopo 30 anni di sviluppo, nelle sue varie fasi di ricerca, il farmaco “Oxervate”, nato dall’illuminazione di Rita Levi-Montalcini e sviluppato dalle industrie Dompè, proprio nell’aquilano. Ecco il farmaco salvavista nato dalla scoperta della senatrice a vita Montalcini.
Rita Levi-Montalcini non ha sicuramente bisogno di presentazioni: scienziata, donna politica e premio Nobel per la medicina nel 1986. Proprio da quest’ultima parte della sua descrizione parte questo articolo, che arriva 33 anni dopo il suo Nobel e 6 anni e mezzo dopo la sua morte.
Difatti, partendo dal principio da lei osservato (ovvero il “fattore di crescita neuronale”-Ngf) il quale le è valso la famosa medaglia svedese, si è arrivati oggi ad un medicinale per una cura fino a ieri inesistente. La malattia in questione è la “cheratite neurotrofica” e consiste (riassumendo) nella formazione di ulcere nella parte della cornea, nell’occhio. Finora la cura non esisteva, e si poteva arrivare fino a suturare l’occhio del degente malcapitato.
Allora, negli anni di sviluppo e ricerca partiti con la scoperta della Montalcini, si è deciso di virare proprio verso questo tipo di malattia, alla quale si ipotizzava applicabile l’Ngf poiché la cornea risulta essere proprio uno degli organi più innervati del corpo umano.
E proprio su questa intuizione si è lanciato Sergio Dompè, patron degli impianti Dompè nell’aquilano, che ha visto – dove molti hanno rinunciato – una grande opportunità per il futuro. Questo perché in Italia, una ricerca scientifica che si protrae troppo nel tempo e non assicura un rientro economico in tempi veloci, scoraggia i più.
Ma questo non ha scoraggiato la Dompè, che forte dei suoi numeri (250+ milioni di fatturato nel 2017), ha saputo tener in vita il settore “ricerca e sviluppo”, fino ad arrivare alla creazione di questo collirio che aiuterà le persone colpite (1/5000) da questa malattia, con un costo accessibile per lo Stato, e magari darà il via a nuove ricerche affiliate per scoprire nuove cure. Una grande intuizione imprenditoriale, della quale la medicina abruzzese potrà fregiarsi, grazie alla perseveranza di Sergio Dompè.
Ma soprattutto grazie a Rita Levi-Montalcini, un esempio di passato che influenza il presente per un grande futuro, anche dopo il suo ultimo viaggio.