AVEZZANO- Nella calda ed estiva serata di venerdì 14 giugno alle ore 21 è andato in scena, all’interno del seminario cittadino, il III incontro di catechesi e formazione per i giovani della diocesi promosso dalla locale pastorale giovanile. Ad animare questo incontro è stato padre Maurizio Botta dell’ordine degli Oratoriani di San Filippo Neri e volto noto della televisione. Seguendo la traccia lanciata dall’equipe di pastorale giovanile di Avezzano, “il mio corpo per costruire una storia di vita e d’amore”, padre Maurizio Botta ha illustrato al giovane pubblico un aspetto particolare della vita del giovane, ovvero la sessualità e la corporeità. Questo incontro si inserisce nel percorso di formazione e di catechesi dedicato ai giovani della diocesi, dal titolo “Con i giovani, strada facendo”, intrapreso dalla pastorale giovanile diocesana guidata da don Antonio Allegritti.
L’incontro è iniziato con il saluto di mons. Pietro Santoro, vescovo dei Marsi, in cui ha ricordato che questi appuntamenti sono incontri di volti e non serie tv a puntate. Successivamente al saluto del vescovo, una ragazza dell’equipe di pastorale giovanile diocesana ha proclamato il brano evangelico del giorno. Come primo atto del suo discorso in uno stile molto gioioso, carico del carisma e della spiritualità di Filippo Neri, padre Maurizio Botta ha risposto ai molti commenti ironici appari su un noto social network su tale appuntamento. Mano mano che l’incontro si faceva più serio, il giovane pubblico sembrava davvero apprezzare le parole del sacerdote. E l’attenzione è ulteriormente aumentata quando è stata fatta sentire un’intervista al noto cantante Vasco Rossi in cui parlava dei limiti della libertà. La libertà è stata perno di una parte del discorso in cui padre Botta si è rivolto ai giovani parlando dell’autostima: caratteristica che sta scomparendo nel mondo.
“Io immagino – afferma padre Maurizio Botta- il pensiero dell’uomo e della donna come due crinali della stessa montagna che si incontrano e danno vita ad uno spettacolo immenso”. Continuando la sua catechesi padre Botta mette in guardia i ragazzi e le ragazze del pubblico dai pericoli che soffocano l’amore sano, la pornografia e la mercificazione del corpo. Parlando di quest’ultimo aspetto il sacerdote afferma: “quello che culturalmente viene pompato dai mass media e dalla cultura di massa è un corpo che non esiste”. Nonostante il sottolineare di tali pericoli, padre Botta loda la figura della donna come “colei che può salvare e salva il Mondo” e ribadisce la bellezza dell’amore sano.
A conclusione di tale incontro, che si è rivelato esser un grande successo nonostante le critiche di una piccola fetta dei social, padre Maurizio Botta ha risposto alle domande, anche quelle che sembravano “scomode” per un uomo di chiesa: come il sesso prima del matrimonio e l’omosessualità e la chiesa.
Il quarto ed ultimo incontro si svolgerà l’11 ottobre alle ore 18 sempre nel seminario cittadino e sarà tenuto dal noto giornalista Domenico Barillà e seguirà un tema davvero particolare: “Cari giovani diventate maestri e artigiani della cultura dell’incotro”.