AVEZZANO – Commozione e senso di partecipazione si sono percepite nella mattinata di ieri, 8 giugno, quando, all’interno dell’archivio diocesano, sono state ricordate due grandi figure della cultura marsicana: il professor Angelo Melchiorre e don Vincenzo Amendola. E per proseguire tale ricordo e riconoscenza l’archivio diocesano di Avezzano è stato dedicato alla memoria del compianto professor Melchiorre mentre la sala studio è stata, invece, dedicata alla figura di don Vincenzo Amendola.
La cerimonia è iniziata al di fuori della sala studio dell’archivio con il commosso saluto di Don Ennio Grossi cancelliere e responsabile dell’archivio diocesano. «Oggi – afferma don Grossi – continuiamo a scrivere nelle pagine della nostra diocesi grazie a chi ci a preceduto, come la figura del professor Angelo Melchiorre a cui noi studiosi e non dobbiamo tutto». Successivamente al saluto, il vescovo dei Marsi mons. Pietro Santoro, e la moglie del compianto professore, hanno scoperto la targa della dedicazione dell’archivio diocesano, in cui si può leggere: “Alla sua lungimiranza e al suo lavoro, che hanno restituito il patrimonio storico di questa diocesi della Terra dei Marsi”.
Nella breve conferenza all’interno della sala studio, si sono alternati diverse personalità che hanno contribuito al ricordare queste due preziose figure della nostra cultura marsicana. Nel saluto di mons. Pietro Santoro Vescovo dei Marsi c’è tutta questa gratitudine in queste due grandi personalità che hanno segnato la storia della chiesa ma anche della terra dei Marsi. «Noi oggi abbiamo un grande rischio – afferma il Vescovo dei Marsi – un rischio che ci espone tutti quello di essere consumatori del tempo, ma di non assumere il tempo. Assumere il tempo vuol dire assumere le persone che hanno assunto il nostro tempo, assumere i loro volti, le loro storie e assumere le loro impronte affinché non siano cancellate».
Dopo le illuminanti parole del Vescovo, c’è stato il saluto di Maria Rita Rantucci, della Soprintendenza archivistica e bibliotecaria d’Abruzzo in rappresentanza del soprintendente capo il dottor Domenico Leone. Viceversa, nelle parole di Antonio Maria Socciarelli, archivista che lavora nell’archivio diocesano, si è percepita tutta la gratitudine sia verso il professore, sia verso don Amendola. Dopo i saluti il pubblico è stato spettatore di un video in cui la voce del compianto professore raccontava la storia travagliata dell’archivio diocesano.
Anche la dedicazione della sala studio alla memoria di don Vincenzo Amendola è stata molto sentita grazie alla partecipazione dei suoi familiari. Come per la targa dedicata alla figura del professore, la targa dedicata a don Vincenzo Amendola è stata svelata dal vescovo dei Marsi e da una parente. Nella targa possiamo leggere: “Alla sua simpatia, al suo silenzioso impegno e alla semplicità nel trasmettere l’amore per il sapere”.