AVEZZANO – L’Amministrazione comunale del Comandante riaccende lo strumento preferito: le motoseghe.
Da domani, infatti, prenderanno il via i lavori di “riqualificazione” di Piazza del mercato che inizieranno con l’ennesima transennatura di tutta l’area circostante e, poi, con il taglio degli storici alberi che sono sul lato destro, scendendo da Piazza Risorgimento, della piazza stessa. Al loro posto, stando al progetto iniziale, sempre che non abbia subito modifiche, degli alberi in metallo, o altro materiale, che sorreggeranno la copertura della nuova Piazza del Mercato che, già al tempo della presentazione del progetto, chiamammo affettuosamente “Piazza Microonde” per il prevedibile effetto che la copertura avrà nei giorni più caldi. Ma tanto sotto, a parte la trascurabile presenza di umani respiranti, in fondo c’è frutta, verdura, pesce e qualche formaggio. Tutta roba da cuocere. Prima o poi.
Ma ironia a parte, c’è da registrare una nuova grande perdita, in termini di presenza e patrimonio arboreo, per questa città. Preliminarmente rispondiamo alla replica dell’Amministrazione. Non ci interessa un bel niente se verranno riposizionati altri alberi, magari da lì a 50 metri, che comunque impiegheranno altri 70 anni, tanti sono quelli che hanno visto queste piante crescere e diventare maestose, un vero monumento della natura, in quell’area. E non solo. Per fare tutto ciò sarà necessario chiudere al traffico via Cesare Battisti da via Cataldi a via Gramsci, con contestuale divieto di sosta, e via del Mercato, con divieto di sosta su entrambi i lati, oltre che il divieto di sosta su via Cataldi da via del Commercio a via Cesare Battisti. Chiusure e divieti di sosta che, sommati a quelli esistenti per la chiusura del centro per i lavori di ripavimentazione di via Corradini e incroci limitrofi su Piazza Risorgimento, vanno a produrre una vera e propria inaccessibilità ai veicoli a motore del centro cittadino. Con gioia, gradimento ed apprezzamento dei commercianti non ancora del tutto ridotti all’inattività.
Sulla questione intervengono durissimi i consiglieri comunali di opposizione, gruppo Partito Democratico, Roberto Verdecchia e Domenico Di Berardino: «Si tagliano piante storiche di oltre settanta anni di storia in pieno centro e nessuno dice nulla. Lo scempio dell’Amministrazione De Angelis continua senza sosta, nonostante la piena crisi politica all’interno dell’assise civica impazza in maggioranza e sono tutti contro tutti per un posto sulla poltrona al palazzo. Questo sarebbe il bene per la città. Subito alle urne, ma questa volta per il bene della città vera non quella apparente è vuota di contenuti. Tutto questo fra poco sparirà e ci vorranno altri 70 anni, pura follia. Firmato i consiglieri del gruppo consigliare del Pd Roberto Verdecchia e Domenico Di Berardino».
Noi, da parte nostra, non possiamo che fare appello alla sensibilità dei cittadini e soprattutto alle associazioni come il Wwf regionale e locale, presieduti da Luciano Di Tizio e Antonello Santilli, affinché intervengano immediatamente e pongano mano per fermare questo scempio. Così come rivolgiamo un appello all’esperto di alberi e paesaggi naturali Alberto Colazilli, già intervenuto in altre “note” occasioni in questa città.
Al grido di “La Città Bella”, come si cercava di spiegare questa mattina in altro articolo, si rischia di brutalizzare e disanimare una città, la sua storia faticosamente ricostruita dopo le tragedie del Terremoto del 1915 e dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, e disperdere la sua identità appena ritrovata. Così facendo, rischia di diventare più familiare e caratteristico il corridoio di un centro commerciale che la piazza centrale della città, che infatti è regolarmente vuota, quando è accessibile.
Ma per evitare questo è necessario che siano gli avezzanesi per primi ad avvertire questa realtà come un problema ed a sentire nel loro animo la voglia di dire “basta” a tutto ciò. Un po’ come nella scena cult del film degli anni ’70, “Quinto Potere” dove il protagonista, un anchorman di un canale televisivo statunitense a rischio licenziamento e disperazione, al termine di un suo intervento, lancia una proposta ai suoi telespettatori. Il giornalista, Howard Beale nel film, li invita ad alzarsi, ad uscire o ad affacciarsi dalla finestra della propria abitazione e a gridare, ripetutamente e il più forte possibile, la frase “Sono incazzato Nero e tutto questo non lo accetterò più!”.