Per la prima volta una terapia innovativa migliora la sopravvivenza dei pazienti con tumore del pancreas metastatico. Si chiama olaparib, e nei pazienti con mutazione dei geni BRCA1 e/o BRCA2 – soprannominati geni ‘Jolie’, dal nome dell’attrice Angelina portatrice della mutazione – ha ridotto del 47% il rischio di progressione della malattia, ‘rallentandola’ e in pratica stabilizzandola. A due anni, il 22% dei pazienti trattati con olaparib risulta libero da progressione di malattia (rispetto al 9,6% di quelli trattati con placebo). Sono i dati principali dello studio e pubblicati sul New England Journal of Medicine Il nuovo farmaco, dunque, di fatto dimezza il rischio di progressione della malattia per questi pazienti, che presentano alcune specifiche mutazioni genetiche già riscontrate nei tumori dell’ovaio e della mammella.
Ad oggi, trattamenti per migliorare la sopravvivenza di questi malati non si erano mai dimostrati efficaci. Lo studio ha coinvolto pazienti con tumore del pancreas e con la mutazione genica che avevano seguito per almeno 16 settimane chemioterapia di prima linea con derivati del platino senza progressione di malattia. I pazienti sono stati suddivisi: 92 sono stati trattati con olaparib e 62 con placebo. L’attuale standard di terapia nella malattia metastatica “offre una sopravvivenza libera da progressione di malattia in media di soli 6 mesi – spiega Giampaolo Tortora, direttore del Comprehensive Cancer della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e coautore dello studio -. Fino a oggi, nessun trattamento di mantenimento nel tumore del pancreas aveva migliorato la sopravvivenza libera da progressione”. POLO, afferma Tortora, “è quindi il primo studio che, nei tumori del pancreas, stabilisce un vantaggio con un nuovo farmaco biologico sulla base di una mutazione genetica-molecolare. Inoltre, si stanno, studiando altre alterazioni molecolari in piccoli sottogruppi di pazienti. Si apre così, finalmente anche in questa malattia, una strada già percorsa con successo in altri tipi di neoplasie come quelle del polmone, mammella, colon e melanoma, in cui i pazienti ricevono terapie in base alle rispettive mutazioni nel profilo genico-molecolare del tumore”. Nel 2018, in Italia, sono stati stimati 13.300 nuovi casi di tumore del pancreas, con una sopravvivenza a 5 anni pari all’8,1%. Circa il 7,5% dei pazienti con tumore del pancreas ha queste mutazioni e quindi è candidabile alla terapia con olaparib, che si assume per bocca ed è già in uso per altri tumori. “Si apre oggi la strada ad una nuova era di medicina personalizzata per questo tipo di tumore molto difficile da trattare”, sottolinea il primo autore dello studio Hedy Kindler dell’Università di Chicago. (ANSA).